Via libera dal Consiglio Comunale di Casciana Terme all’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori di Terme di Casciana Spa in relazione a “Villa Borri”. Il provvedimento, che trova supporto anche in un parere legale sulla vicenda richiesta dall’Amministrazione Comunale, è stato licenziato con i soli voti della maggioranza. L’opposizione si è espressa con voto contrario. Durante un Consiglio comunale aperto, lo scorso mese di aprile, l’Amministrazione Comunale aveva approvato un documento di indirizzo in cui il contratto immobiliare su Villa Borri veniva considerato dall’amministrazione attuale con «alcuni aspetti di poca chiarezza da cui potrebbe essere disceso un danno alla società o comunque un minore potere contrattuale nei confronti di Immobiliare Le Querciole».
«Da una parte – spiega il sindaco di Casciana Terme Giorgio Vannozzi – c’è stata la volontà dell’Amministrazione Comunale a trovare una soluzione per Villa Borri. Un percorso ormai iniziato con la rescissione del contratto di locazione e il successivo accordo transattivo con la società immobiliare e l’avvio delle manifestazioni di interesse per mettere sul mercato l’attività di gestione del centro benessere. Un percorso improntato alla chiarezza e alla trasparenza e che, nell’azione di responsabilità per il triennio 2005 – 2008, ha trovato il suo inevitabile sbocco. Del resto – prosegue Vannozzi – abbiamo sempre detto che le vicende poco chiare devono essere prima chiuse per poter essere poi rilanciate con progettualità. Ma chiuderle non vuol dire metterci una pietra sopra. Semmai ciò che occorre fare è capire cosa sia veramente accaduto in quel periodo. Dall’altra parte – conclude Vannozzi – dobbiamo, invece, registrare l’atteggiamento incomprensibile della minoranza che, nonostante sia stata quella che ha gestito Villa Borri nel periodo sotto esame, nel momento in cui aveva la possibilità di fare chiarezza e di accertare la verità si è tirata indietro con scuse insostenibili. Addirittura stupisce che, nel corso del Consiglio Comunale aperto dello scorso aprile, davanti ai cittadini, fu proprio la minoranza a chiedere di estendere il periodo di accertamento fino al 2003. Oggi, con una capriola all’indietro, la minoranza vota contro».