Casciana Terme e Lari potrebbero presto diventare un Comune solo. Sulla scia di numerosi altri enti locali toscani che hanno annunciato la partecipazione al referendum per scegliere la fusione (leggi), i due Comuni della provincia di Pisa hanno presentato oggi un documento di indirizzo che nei prossimi giorni sarà sottoposto, prima ai rispettivi Consigli comunali per l’adozione e successivamente, dopo l’eventuale decreto della Regione Toscana, al giudizio dei cittadini tramite referendum vincolante. Casciana Terme e Lari erano stati unico Comune fino al 1927 quando decisero di separarsi.
Unione dei servizi La fusione porterebbe a una riduzione dei costi della politica ma non di rappresentanza democratica, immediati vantaggi economici per i territori, razionalizzazione e riduzione delle strutture amministrative, sviluppo unitario di un territorio. «A seguito del decreto legge sulla spending rewiev i Comuni, infatti, saranno obbligati a procedere con il riordino delle funzioni fondamentali attraverso l’esercizio associato di funzioni e servizi comunali. – hanno spiegato i due primi cittadini Giorgio Vannozzi e Mirko Terreni – Avendo ben presente il contesto socio-economico in cui sono inseriti i territori e le popolazioni di Lari e Casciana Terme, che già in passato appartenevano ad un unico Comune, diviso poi nelle due attuali amministrazioni solo nel 1927, è intenzione delle due amministrazioni lasciare ai cittadini la possibilità di pronunciarsi, con un referendum vincolante, circa l’opportunità della fusione del Comune di Casciana Terme e del Comune di Lari in un unico comune di oltre 12.500 abitanti. Si tratta di un percorso particolarmente innovativo che consente di risparmiare senza essere costretti a tagliare i servizi essenziali alle famiglie e ai cittadini».
Vantaggi economici La recente normativa nazionale e regionale ha creato condizioni maggiormente favorevoli per le fusioni di Comuni. Il nuovo Comune sarebbe escluso per un triennio dai vincoli opprimenti del Patto di Stabilità interno, che di fatto rendono impossibili investimenti significativi sul territorio. La somma dei contributi economici di parte corrente genererebbero, quindi, maggiori risorse per un ammontare totale di circa 1.000.000 € annui per cinque anni e 500mila circa per i successivi cinque che il nuovo Comune potrebbe destinare alla riduzione delle imposte attualmente pagate dai cittadini nei singoli comuni originari.
Rappresentanza invariata Riduzione dei costi della politica ma non della rappresentanza democratica. Con un Comune unico ci sarà un solo Sindaco, una sola Giunta ed un solo Consiglio Comunale con un evidente risparmio. Ma il nuovo Comune avrebbe un Consiglio Comunale di 16 membri, in pratica pari alla somma dei due Consigli originari. La rappresentanza resterebbe quindi invariata, invece della riduzione prevista dalla normativa nazionale.
Razionalizzazione strutture I più importanti e strutturali benefici in termini economico-finanziari si otterranno soltanto medio tempore avendo riguardo alle strutture amministrative che diventeranno una sola, tramite l’accentramento delle funzioni istruttorie, la riduzione delle responsabilità di procedimento e del numero di titolari di Posizioni Organizzative, ma garantendo contemporaneamente il più ampio decentramento territoriale per quanto riguarda gli sportelli ai quali il cittadino si rivolge per chiedere servizi, con un radicamento territoriale almeno pari a quello degli attuali palazzi municipali.
Opportunità per il territorio Il nuovo Comune potrà meglio promuovere il vantaggio potendo operare una reale perequazione delle risorse che consentirà di tutelare pienamente il patrimonio paesaggistico dell’area collinare del territorio garantendo al contempo un pieno sviluppo all’area più propriamente manifatturiera ed artigianale. La presenza di un unico P.R.G. ed unici regolamenti riusciranno a semplificare notevolmente la vita non solo dei cittadini ma degli operatori economici che potranno operare in un contesto di maggiore chiarezza e certezza normativa.