FIRENZE – Inflazione al 10,4% anche luglio e spese alimentare sempre più cara. Secondo Coldiretti, sulla base dei dati Istat, nei primi sette mesi del 2023 l’acquisto di cibo e bevande analcoliche è costato alle famiglie toscane 390 euro in più.

Sei i capoluoghi con un’inflazione sopra la media nazionale: al primo posto Grosseto (+12,7%) seguito da Livorno (+11,5%%) e Pistoia (+11,5%); fuori dal podio Siena (+11,1%) e Massa Carrara (+11%), subito sotto troviamo Lucca (+10,5%); al di sotto Firenze (+9,5%), Arezzo (+9,9%) e Pisa (+9,6%) che chiude la classifica, mentre Prato non viene rilevata.

A rallentare la discesa dei prezzi di frutta e ortaggi, che a luglio sono cresciuti rispettivamente del 13,8% e del 19,8%, fa sapere Coldiretti sono le conseguenze dei cambiamenti climatici e dei numerosi eventi estremi che hanno ridotto le disponibilità unite all’aumento della domanda. Emblematico il “caso” della frutta la cui richiesta è aumentata del 20% il mese scorso, anche per effetto del grande caldo.

“L’inflazione sta rallentando molto lentamente e questo determina il perdurare della lunga fase di sofferenza per le famiglie. Il tasso inflazionistico dei generi alimentari del mese è di poco superiore a quello di un anno fa, quando era al 10%, dopo aver raggiunto lo scorso ottobre la vetta del 13,9%. Gli effetti delle misure messe in campo, a partire dal rialzo dei tassi da parte della Bce, non hanno ancora prodotto risultati evidenti sui prezzi – commenta Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – e  quindi per le tasche delle famiglie che sono costrette a spendere di più per acquistare di meno”.