Alla fine la vicenda dei rifiuti è anche una questione di … sacchetti. Ci sono quelli per l’organico, l’indifferenziata, la carta e il vetro. Ognuno, magari, di un colore diverso. La consegna è gratuita per i cittadini ma costa caro ai Comuni e, dunque, quel costo torna a ricadere sugli stessi.
Nell’ambito dell’inchiesta che di fatto ha decapitato il sistema del servizio raccolta, Ato Toscana Sud, soggetto attuatore della gara e partecipato da tutti i Comuni, e la società Sei Toscana, che dal 2014 gestisce l’area vasta Siena Arezzo e Grosseto, oltre alle indagini sulla gara di appalto che, sostengono gli inquirenti, sarebbe stata truccata per assegnare il servizio da 3,5 miliardi a Sei, adesso fa la sua comparsa anche l’affaire dei sacchetti che ogni giorno utilizziamo per raccogliere la nostra immondizia. Quei sacchetti che vengono distribuiti dai Comuni che li compra direttamente dalla società.
Troppo, almeno a leggere le intercettazioni che stamani Franca Selvatici su La Repubblica di Firenze ha pubblicato. «Il doppio di quanto sarebbero costati se acquistati direttamente dall’azienda produttrice». A quanto si legge, infatti, l’allora dg di Ato Toscana Sud (soggetto controllore della gara), Andrea Corti, venne informato già nel maggio 2015 dall’allora assessore del Comune di Grosseto, Giancarlo Tei, del costo raddoppiato dei sacchetti da distribuire. Tei fa sapere a Corti che gli uffici del Comune hanno fatto una gara e si sono accorti che, pur essendo la stessa azienda a fornire i sacchetti, il risparmio sarebbe stato enorme. «Il costo è la metà di quello che ha chiesto Sei», dice Tei. «Questa cosa crea problemi», prosegue Tei, mentre il suo interlocutore si mostra palesemente sorpreso e «stupefatto ma – sostengono gli inquirenti – non risulta che in seguito abbia provveduto ad alcun controllo e neppure ad una richiesta di informazioni al gestore Sei Toscana».
I problemi temuti da Tei si sono poi rivelati soprattutto politici perché proprio sulla battaglia sui rifiuti ha insistito il candidato e oggi sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna che ha vinto con una coalizione di centro destra sconfiggendo il candidato Pd.
Non c’è, invece, nessuna intercettazione ad Arezzo, tuttavia, la nuova giunta presieduta dal sindaco Alessadro Ghinelli decise di gestire in maniera autonoma il servizio di distribuzione dei sacchetti ritenendo troppo oneroso quello proposto da Sei Toscana.
«Al momento del nostro insediamento abbiamo trovato un preventivo di Sei Toscana che riportava come voce di spesa per la distribuzione dei sacchetti della raccolta differenziata circa 200mila euro annue», spiegò allora l‘assessore delegato Marco Sacchetti. Una somma importante che sarebbe ricaduta sulla fiscalità del Comune di Arezzo stesso e che l’Amministrazione non volle far ricadere sui cittadini.
Rimane, dunque, da capire se anche altri Comuni, soprattutto Siena il terzo capoluogo di provincia interessato, si siano accorti di questo ricarico raddoppiato intorno ad un servizio che, peraltro, non sarebbe stato nemmeno previsto nel complicato capitolato della gara d’appalto tra Ato Toscana Sud e Sei Toscana. La quale, per l’acquisto dei sacchetti, non avrebbe nemmeno fatto una gara tra le varie ditte fornitrici.
«(Quelli di Sei) (i sacchi) li hanno comprati direttamente, perché non hanno fatto neanche la gara, eh. Se fanno la gara risparmiano anche di più, capito?», dice ancora Tei a Corti. «Ma figurati», risponde quest’ultimo. Ma a quanto pare poi nessuno fece nè disse nulla.