Spending Review, il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi scrive al presidente del Consiglio Mario Monti contro i tagli al personale pubblico. Dopo la presentazione in Commissione Bilancio del Senato dell’emendamento proposto dal Comune di San Gimignano in discussione in questi giorni a Palazzo Madama, il primo cittadino ribadisce nella missiva al Presidente del Consiglio la sua ferma opposizione alla messa in mobilità di 35 dipendenti comunali.
La lettera «Egregio Presidente Monti – si legge nella lettera – chi le scrive è il Sindaco, pro tempore, di una tra le cittadine più conosciute al mondo, icona del Medioevo italico e della civiltà comunale, uno dei primi siti italiani ad essere inseriti dall’Unesco nella Lista delle Città Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale dell’Umanità. Oltre a questi titoli, conseguenti ad un percorso di attenzione e di cura svolto negli anni, San Gimignano vanta oggi quello di essere uno dei 143 Comuni più virtuosi d’Italia, recentemente censiti da un Decreto Mef del suo Governo, in applicazione del dettato normativo previsto all’art. 20, comma 2, del Decreto Legge n. 98 del 6 luglio 2011, convertito nella Legge n. 11 del 15 luglio 2011. Questo risultato non è frutto del caso, ma di una politica amministrativa e di gestione delle risorse economiche ed umane, attenta e oculata, messa in atto nel tempo dalle Amministrazioni Comunali che si sono succedute. E’ il frutto, oserei dire, di una cultura di governo che considera “sacro” ogni euro versato dai cittadini al proprio Comune, per ottenerne servizi ed opere pubbliche. Ma la virtuosità di questo Ente locale si estrinseca anche in un rapporto rispettoso e collaborativo nei confronti dello Stato centrale. […]».
La questione esuberi «Caro Presidente – prosegue la lettera -, dopo questa premessa, utile per spiegarLe per sommi capi la nostra situazione, che è simile a molte altre, in questa nostra Italia così eterogenea, vengo al punto ed al motivo per cui ho deciso di inviaLe questa lettera. All’articolo 16, comma 8 dell’ultimo Decreto emanato dal suo Governo, quello cosiddetto “spending review”, si disciplina il meccanismo di calcolo degli esuberi di personale nelle singole piante organiche degli Enti pubblici, prendendo a parametro prioritario il semplice rapporto numerico tra numero di abitanti e numero di dipendenti. E’ del tutto evidente che, così facendo, non solo non si tiene minimamente conto della specificità amministrativa, territoriale ed organizzativa di ogni entità comunale, ma non si tengono neppure in considerazione le dinamiche di Bilancio dell’Ente, della sua solidità, dei percorsi fatti in termini di risanamento e di ottimizzazione del rapporto tra risorse amministrate e servizi erogati. Con la semplice media nazionale, frutto del solo rapporto tra abitanti e dipendenti, si massifica la realtà in nome di un dato freddo e asettico, che non può non far torto a tutto un percorso, che si è sviluppato in questi anni, volto ad introdurre elementi di premialità nei confronti di quelle amministrazioni che hanno sentito il dovere civico di fare percorsi di risanamento e, di contro, di penalizzazione nei confronti di chi ha continuato a dilapidare risorse ed a creare indebitamento pubblico, magari riempiendo le piante organiche con metodi selettivi di dubbia trasparenza. […]»
L'appello «Ora mi chiedo, e Le chiedo Caro Presidente, nel momento in cui lo stesso Stato censendo il Comune di San Gimignano tra gli enti virtuosi, ha certificato l’ampia sostenibilità della spesa di personale da parte del Bilancio dell’Ente, con quale criterio amministrativo e, aggiunge il sottoscritto, con quale coscienza etica, si dovrebbero mandare a casa 35 persone, gettandole nel dramma insieme alle loro famiglie? E quand’anche fosse così, chi gestirebbe tutti i servizi che ora il Comune eroga attraverso il lavoro di queste persone e quanto pregiudizio negativo per gli equilibri di Bilancio dell’ente deriverebbe dalla cessazione della gestione di questi servizi in forma diretta? E, di conseguenza, che fine farebbe la virtuosità dell’Ente e con essa il contributo che, nel nostro piccolo, abbiamo dato fino ad oggi al risanamento del Bilancio dello Stato, come sopra evidenziato? Tutto questo è inaccettabile, caro Presidente, e io sono sicuro che Lei la pensa esattamente come me, visto il Suo proverbiale rigore intellettuale e fattuale in tema di conti pubblici e di bilancio dello Stato!”. In merito all’emendamento presentato in Senato il sindaco Bassi chiede al Presidente Monti “di voler dare indicazione al rappresentante del Governo che segue il percorso parlamentare del Decreto “spending review”, affinché esprima parere favorevole a tale modifica normativa, che i tecnici del Senato hanno valutato a “costo zero” per i saldi del decreto».