«Ho scritto al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e al provveditorato per chiedere un crono-programma degli interventi per sanare la situazione di agibilità delle carceri toscane. Se non ci saranno risposte adeguate entro Pasqua passeremo alle vie di fatto e apriremo un contenzioso forte arrivando anche a iniziative come un blocco della vita delle carceri con uno sciopero ». A lanciare l’allarme il garante toscano dei detenuti Franco Corleone, illustrando oggi la situazione carceraria a conclusione di una serie di visite nei penitenziari della regione.

La mappa dei disagi Le situazioni più gravi sono ad Arezzo e a Livorno. Al 28 febbraio il numero dei detenuti negli istituti toscani era di 3774 (di cui 143 donne e 1970 stranieri) a fronte di una capienza totale regolamentare di 3299 con un tasso di affollamento medio del 114%. Le realtà più affollate sono Pistoia (189%), Sollicciano (167%) e Prato (144%). Il garante ha spiegato che molte strutture carcerarie toscane presentano problemi di agibilità fisica e, seppur in presenza di risorse economiche, non si è capaci di realizzare nemmeno interventi di edilizia minima. C'è una «scarsa efficacia nella gestione delle risorse per l'edilizia carceraria. Occorre un cambio di passo, l'amministrazione penitenziaria e' come un pachiderma che non si rende conto della gravità della situazione, e' una macchina che ansima».
 

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