Un passo in avanti, serio e concreto, contro il caporalato. E’ questo in sintesi il commento di Cia Toscana al protocollo d’intesa promosso dalla Regione Toscana che ha visto proprio la Cia fra i firmatari, oltre a Inps, Ministero del Lavoro, Inail e sigle sindacali e delle organizzazioni agricoli.
Fra i punti del documento la raccolta di dati, potenziamento e integrazione negli interventi di ispezione, prevenzione e controllo, elenchi ufficiali di fornitori e prestatori di opera, promozione e valorizzazione delle aziende virtuose. Inoltre le aziende agricole che non rispettano i diritti fondamentali dei lavoratori non potranno accedere o mantenere i finanziamenti europei.
«Si tratta di un documento che accogliamo in modo positivo – commenta il direttore Cia Toscana, Giordano Pascucci, che ha siglato il protocollo con il presidente Enrico Rossi – perché si affronta il trema con grande equilibrio da parte della Regione. Offre un monitoraggio sul lavoro nero in Toscana, contrasta la criminalità nei campi, un aspetto che interessa da vicino tutte quelle aziende agricole, la stragrande maggioranza, che rispetta le regole.
Il protocollo è il primo strumento di questo tipo a coinvolgere tutti gli attori, dalle istituzioni ai rappresentanti di imprese e sindacati e fa seguito ai numerosi interventi del presidente Enrico Rossi per coinvolgere il governo nazionale e la Ue, con una proposta di modifica dei meccanismi di erogazione dei contributi agricoli.
Preoccupazione invece su alcuni ‘passaggi’ della Legge sul Caporalato in agricoltura approvata nei giorni scorsi alla Camera, che prevede pene più aspre in vista, fino alla confisca dei beni e all’arresto in flagranza. «Bene una legge che si occupi del caporalato, presente anche in Toscana – dice il presidente Cia Toscana Luca Brunelli – ma osserviamo una certa sproporzione nelle sanzioni che mette sullo stesso piano piccole inadempienze anche di tipo burocratico con lo sfruttamento e lavoro nero vero e proprio. Non si è, insomma, è operata la dovuta distinzione tra reati gravi e violazioni, anche solo meramente formali. Ciò porterà a una totale discrezionalità che va corretta nei provvedimenti attuativi. Questa legge – aggiunge – è importante e la stiamo presentando alle aziende associate, però non può essere considerata un punto d’arrivo. Ci impegneremo – conclude Brunelli – affinché, almeno nella fase attuativa del provvedimento, si faccia chiarezza. Nel rispetto delle aziende che hanno sempre rispettato le regole».