In sciopero il 6 luglio i 60 dipendenti delle cooperative che gestiscono in appalto fino al 30 settembre il Centro Unico di Prenotazione delle Aziende Sanitarie Senesi, il servizio di libera professione e gli sportelli polifunzionali (ticket, consegna referti, prenotazioni) all’Ospedale di Siena. I dipendenti si asterranno dal lavoro per protestare contro il rischio della perdita del posto causato dal criterio del massimo ribasso con il quale sarà indetta la prossima gara di appalto per l’affidamento dei servizi dove sono attualmente impiegati. «Un ribasso fatto sulla pelle dei lavoratori dato che le aziende cercheranno di aggiudicarsi l’appalto con contratti pirata che vanno a tagliare i diritti dei dipendenti solo per avere un’offerta più concorrenziale» spiega Massimo Beccari della Cgil che poi aggiunge «chiediamo quanto prima un tavolo di confronto con la Regione Toscana e con il neoassessore alla sanità Stefania Saccardi».
Il Cup verso Firenze Non solo, il servizio Cup dovrebbe essere trasferito da Siena a Firenze «con numerosi disagi per gli utenti dell’ospedale», sottolinea ancora Beccari, «sulla base di un accordo quadro dell’Estar (ente di supporto tecnico amministrativo regionale per le aziende sanitarie) sottoscritto per l’area fiorentina (Meyer, Careggi e USL10) ma al quale sono state invitate ad aderire tutte le Asl toscane». Ad oggi nessuna delle aziende sanitarie fiorentine avrebbe però aderito all’accordo quadro.
Nessuno bada agli aspetti sociali Attualmente delle 60 persone impiegate dalle cooperative sociali nei servizi Cup, libera professione e sportelli polifunzionali, 15 sono invalide o diversamente abili e 30 sono donne con disagio sociale o difficli realtà familiari. Se verranno utilizzati i criteri del massimo ribasso contenuti nell’accordo quadro dell’Estar, alla prossima gara di appalto non potranno partecipare le cooperative che gestiscono i servizi ormai da anni e che oggi si vedono di fatto estromesse con conseguenze significative sulla stabilità della stesse cooperative ma anche sui lavoratori ai quali sicuramente non potranno essere garantiti i diritti fino ad oggi acquisiti. Senza dimenticare che verrebbero letteralmente “distrutti” percorsi decennali di inserimento lavorativo per i lavoratori svantaggiati in quanto l’accordo quadro sopracitato non conterrebbe alcuna tutela per loro.
Due spunti e accapo Di fatto l’Azienda USL 7 di Siena e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese hanno abbastanza le mani legate in una questione complessa che le vede ‘costrette’ ad adeguarsi alle indicazioni della Regione Toscana e dell’Estar. Resta però la realtà che, nel nome del taglio dei costi, si vada a minare un servizio per i cittadini che potrebbero essere costretti a recarsi a Firenze addirittura per il pagamento di un ticket, a minare la stabilità economica di cooperative sociali che da anni operano nel settore, a mettere in discussione le tutele e i diritti dei lavoratori e, non certo ultimo per ordine di importanza, a offendere la dignità di persone diversamente abili o svantaggiate che, grazie a quelle stesse cooperative, avevano trovato un posto di lavoro e una collocazione sociale.