Più che una bomba ecologica rischia di essere una bomba politica la decisione del sindaco M5s di Livorno Filippo Nogarin di chiedere il concordato preventivo della Aamps, l’azienda di raccolta di rifiuti della città portuale, gravata da circa 42 milioni di debiti in parte per tariffe non riscosse. Una richiesta, quella del concordato, che per ora potrebbe essere solo rinviata di sette giorni: tutto dipende se il cda di Aamps farà slittare di una settimana l’assemblea dei soci prevista per oggi allo scopo di «ascoltare le parti in causa». Se il cda dovesse rifiutare allora sarebbe il via da subito alla richiesta di concordato da parte del sindaco.
Maggioranza a rischio Ieri sera alla fine di una seduta caotica, con urla, grida, malori e sospensioni, così ha deciso il Consiglio comunale di Livorno approvando un emendamento della stessa maggioranza grillina che fa riferimento al sindaco. Un voto che tuttavia lascerà probabilmente tracce nella maggioranza di Nogarin che l’ha spuntata per un solo voto: 17 si’ e 16 no, tra cui tre M5s dissidenti. Al centro della vicenda c’è soprattutto la questione occupazionale: i circa 300 lavoratori di Aamps ed i 200 dell’indotto temono per il posto di lavoro, nonostante il sindaco abbia rassicurato sul mantenimento dei livelli occupazionali e anzi ‘aperto’ alla possibilità di stabilizzare i circa 40 precari.
Eredità del passato? I rifiuti restano a terra e i cassonetti traboccanti, mentre in campo scendono i leader nazionali ad accusare o difendere una delle poche esperienze di governo cittadino che vede impegnato il movimento fondato da Beppe Grillo e in consiglio comunale, convocato per dare il via libera alla procedura che porterebbe i libri della società in tribunale. Una destinazione, quella dei libri contabili, che secondo Nogarin e gli M5s, sarebbe il vero terrore del Pd che ha governato a lungo la città: quei debiti, spiegano, sono stati creati dalle passate amministrazioni di centrosinistra e messi sotto il tappeto grazie all’intervento delle banche, mentre adesso intervenire significherebbe sacrificare buona parte delle finanze comunali.
Le reazioni di Pd e Forza Italia Il Pd respinge le accuse indicando gli amministratori M5s come “inadeguati”. «Chi si candida a governare deve farsi carico dei problemi della città a prescindere da chi li ha generati» ha incalzato il sottosegretario all’ambiente Silvia Velo. Dal centrodestra le responsabilità vengono ripartite in modo equanime: «M55 e Pd cercano di accusarsi a vicenda ma la verità è che sono corresponsabili insieme» ha detto la deputata toscana di Forza Italia Deborah Bergamini, responsabile comunicazione del partito. Il movimento è tutto dalla parte di Nogarin: «La capacità di amministrare del Pd? Sta tutta nei 42 milioni di euro di debiti lasciati in eredità all’amministrazione e ai cittadini di Livorno. Sono riusciti solo a creare disastrosi buchi di bilancio senza minimamente pensare al futuro della comunità». «A Livorno a volte si finisce anche in mare, ma è una battuta per stemperare. –ha chiosato nel merito il governatoredella Toscana Enrico Rossi – Il caso è molto livornese, la società è del Comune. Mi auguro si trovino forze e argomenti per superare situazione di stallo e non farla subire ai cittadini».