La polizia scientifica del commissariato di Viareggio, insieme alla Digos di Lucca, ha visionato i filmati realizzati sabato pomeriggio nel corso delle contestazioni al leader della Lega Nord, Matteo Salvini, per identificare i partecipanti e individuare anche gli autori del danneggiamento dell’auto del segretario del Carroccio. Sarebbero numerosi i manifestanti che rischiano di essere denunciati. Tra le ipotesi di reato la manifestazione non autorizzata, danneggiamento, lancio di oggetti, accensione di fumogeni, violenza privata. «Tutti i responsabili sono stati identificati e le denunce ci saranno. Ma non possiamo ancora dire quante saranno e quando avverranno», questo quanto aveva fatto sapere la Questura di Massa Carrara dove proseguono le indagini sui responsabili dei disordini. Il tutto mentre il centrodestra chiede le dimissioni di tre consiglieri comunali (Sel, M5S e Pd) che erano alla manifestazione.
L’accaduto I fatti in questione risalgono al sabato pomeriggio quando Matteo Salvini, contestato al mercato di Viareggio, ha rinunciato a incontrare lì i sostenitori e si è diretto in Passeggiata per un comizio. «Non mi fanno paura tre deficienti – ha detto Salvini – ma ho visto un bambino spaventato che piangeva per colpa loro. In questi casi divento una bestia. Non posso mettere a rischio l’incolumità della gente, ci vediamo dopo». Mentre andava via, la sua auto è stata accerchiata, colpita e inseguita a piedi da alcuni. Nella stessa giornata, Salvini era stato contestato a Massa: i partecipanti alla protesta contro il leader della Lega avevano tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine che, a loro volta, avevano reagito con manganellate. Due i manifestanti rimasti feriti e trasportati in ospedale: un sessantenne, che ha riportato una ferita alla testa giudicata guaribile in 10 giorni e suo figlio, contuso. Negli scontri erano rimasti contusi anche 5 poliziotti e due carabinieri secondo quanto spiegato dalla Questura che parla di interventi di alleggerimento delle forze dell’ordine dopo il tentativo di sfondamento del cordone da parte dei manifestanti