A tre giorni dalla scadenza dell’Imu sui terreni agricoli (26 gennaio), regna il caos fra gli agricoltori. Situazione ancora in movimento. Niente certezze, fino al 4 febbraio – data della seconda sospensiva -, auspicando un chiarimento ed intervento risolutivo del Governo, in tempi rapidi. «Non possiamo né vogliamo pensare – afferma la Cia Toscana – ad un sistema istituzionale scollegato dalla realtà economica e sociale del Paese. In attesa di una misura correttiva, che auspichiamo tempestiva, abbiamo deciso di invitare i nostri associati a non effettuare alcun versamento».
«Una situazione inaccettabile e paradossale quella che si è venuta a creare con l’Imu. A quattro giorni dalla scadenza dei termini di pagamento la confusione regna sovrana» Lo sottolinea Luca Brunelli, presidente della Cia Toscana, dopo che la decisione del Tar del Lazio di non prorogare la sospensione dell’Imu per i terreni ex montani, ha gettato il settore in una situazione di totale caos. Non è più possibile fare cassa sulla pelle delle aziende agricole, aggiunge la Cia. «Il Governo – prosegue Brunelli – deve assumersi finalmente le proprie responsabilità e agire immediatamente per correggere la situazione, a partire dalla data di scadenza del 26 gennaio per il pagamento che non è assolutamente praticabile. L’Imu è un prelievo insostenibile per gli agricoltori, che nell’ultimo anno hanno visto i loro redditi crollare dell’11% (contro l’1,7% della media Ue) rispetto al 2013 e i prezzi sui campi diminuire del 5,5% tendenziale. Embargo russo, maltempo, fitopatie e calo dei consumi interni hanno fatto il resto, facendo crollare le produzioni dell’8,5%. E’ chiaro quindi – prosegue – che le aziende agricole non possono sopportare ulteriori aggravi economici, tanto più nel caso di un provvedimento iniquo sia nei contenuti che nella modalità di attuazione e di prelievo».
Il silenzio assordante del Governo, che nell’ultimo Consiglio dei ministri non ha preso alcuna decisione sull’argomento – commenta la Cia Toscana – dimostra ancora di più l’indifferenza verso le legittime aspettative delle imprese agricole, per una revisione di un tributo che è considerato dalla stessa politica e dall’Anci iniquo e vessatorio. La Cia chiede ai responsabili politici e ai ministri competenti dell’Economia e dell’Agricoltura un intervento immediato che proroghi la scadenza del pagamento in attesa di una riconsiderazione complessiva dei criteri di esenzione per i terreni agricoli delle zone montane.
Le tappe – Mercoledì 21 gennaio il Tar del Lazio ha rinviato la tanto attesa decisione in materia del Decreto 28 novembre 2014, con cui sono stati stabiliti i criteri per individuare le nuove aree di esenzione IMU per i terreni agricoli. Il Tribunale Amministrativo, infatti, si è limitato a non prorogare la sospensione dell’efficacia del Decreto, ma ha rinviato ad altra seduta la trattazione nel merito del provvedimento. In questa circostanza il Tar ha comunque ribadito l’irragionevolezza dei criteri applicati proposti dal Decreto non legati all’effettiva natura e posizione del bene, di cui terrà conto in sede di giudizio di merito se il Governo non provvederà ad una nuova e più adeguata formulazione.
«Resta tuttavia in vigore – sottolinea il direttore di Cia Toscana Giordano Pascucci – l’altra sospensiva prevista su un altro ricorso presentato al Tar del Lazio, messo in calendario dalla Camera di Consiglio per il 4 febbraio 2015, dopo la scadenza attuale per il versamento . Ciò provoca, di fatto, che la scadenza del 26 gennaio per il versamento dell’Imu dei terreni montani resti ‘congelata’ in attesa della nuova sentenza».
Le tappe precedenti – Riassumendo brevemente la vicenda, occorre partire dall’art. 4, comma 5-bis del D.L. n. 16/2012, modificato dal comma 2 dell’art. 22 del D.L. n. 66/2014, il quale ha previsto, a partire dall’anno 2014, una nuova elencazione dei terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina esenti dall’IMU affidando ad un apposito Decreto Interministeriale la definizione di detti criteri. Il D.M. 28 novembre 2014, con il quale sono stati stabiliti i nuovi criteri (esenzione totale oltre i 601 metri, esenzione riservata a coltivatori diretti e IAP fra i 201 e 600 metri, nessuno sconto al di sotto), è stato da subito oggetto di forti e reiterate critiche da parte della Cia in ordine al contenuto e al ristretto termine di versamento, rispetto al quale la Legge di Stabilità 2015 ha prorogato il termine al prossimo 26 gennaio. Per quel che riguarda il contenuto del D.M. 28 novembre 2014, invece, con il decreto n. 16229/2014, la seconda sezione del TAR del Lazio ne ha accolto la domanda di sospensione, fissando la trattazione al 21 gennaio 2015. Ieri la Camera di Consiglio del Tar Lazio si è limitata ad analizzare la condizione sospensiva adottata dal Presidente del Tribunale, non rinnovandola e determinando quindi il ritorno in bonis dell’efficacia del decreto.