Si torna a discutere in Toscana di migranti e della loro accoglienza. Due i casi spinosi scoppiati nelle ultime ore: a Saltino, frazione del comune di Regello e a Seravezza (Lucca).
Il caso Saltino A Saltino, frazione di neanche 50 persone con 80 migranti da accogliere, 50 di essi che sono già arrivati, il sindaco del Pd, Cristiano Benucci si è molto arrabbiato con la Prefettura che ha disposto tali numeri. «Sono quantità di un certo numero per un paese piccolo come quello – ha sottolineato l’assessore regionale all’integrazione, Vittorio Bugli, nel commentare il caso – Credo che abbia fatto bene il sindaco a metterlo all’attenzione, e ritengo che ne stia discutendo con la Prefettura. D’altronde capisco anche il Prefetto. Gli arrivi nelle ultime settimane sono stati molti, a Lampedusa come negli altri centri, e mi auguro che le difficoltà che comportino, si possano anche risolvere. Noi come sempre daremo una mano per non creare eccessivi problemi in posti che possono essere meno adatti. Un dialogo è in corso, vediamo».
In lucchesia smantellata una tensostruttura In lucchesia nel frattempo, esattamente nella frazione di Ripa, nel comune di Seravezza, pero’ una tensostruttura che per anni ha accoglie migranti, sarà smantellata presto, con la difficoltà di ricollocare i richiedenti asilo. I trenta stranieri, originari del Pakistan, del Bangladesh, della Costa d’Avorio e della Nigeria, che in queste due ultime settimane sono rimasti nel campo della Croce Rossa di Ripa, si trovavano in Italia già da un mese e avevano superato le tre fasi del percorso di accoglienza: controlli sanitari, fotosegnalazione, permesso di soggiorno. Per tutta la durata della loro permanenza è stato presente un mediatore culturale, che ha facilitato l’interazione tra migranti e volontari e l’organizzazione del campo. «La Croce Rossa ha gestito molto bene la tensostruttura, è una delle cose che doveva andare nel tempo a diminuire l’ospitalità e magari diventare un centro di prima accoglienza per poi distribuirlo sul territorio – ha sottolineato ancora l’assessore Bugli – Diciamo che l’esperienza di questi anni la fa essere un qualcosa sotto controllo che sarebbe bene, come piu’volte abbiamo sollecitato e detto ai prefetti, andasse comunque a chiudersi ma non è una cosa realizzata all’improvvisa derivante da qualche spinta ma è un qualcosa che è gestita da diverso tempo, con un impegno concreto della Croce Rossa. Non c’è grande disponibilità di sedi alternative ma una soluzione la si troverà».
Nuovi arrivi in Toscana Ma sono previsti in Toscana nuovi arrivi nelle prossime ore? «A vedere dagli arrivi nazionali, si – ha concluso Bugli – Non abbiamo grandi indicazioni in questo senso, talvolta ne hanno poche anche le prefetture. Nelle ultime settimane ho visto che ci sono state migliaia di arrivi su scala nazionale e c’è da supporre che anche in Toscana ne arriverà una quota che le spetta. Le strutture specie in alcune province è difficile trovarle, ecco perchè noi avevamo messo anche a disposizione l’ipotesi degli appartamenti, ora abbiamo incominciato e li stiamo mettendo a disposizione anche delle Prefetture. Occorrerebbero anche, come richiesto insieme all’Anci, che alcune strutture dello Stato potessero essere utilizzabili sempre con il criterio dell’accoglienza diffusa. Infine occorrerebbe che quei 54 comuni che sembra ancora non accolgano, potessero individuare anche loro una forma di supporto perchè sarebbe utile, e auspico in queste ore uno scatto da questo punto di vista».