FIRENZE – Una tegola caduta improvvisamente sulla testa di tutte le imprese del comparto: quasi 15mila nella Città Metropolitana di Firenze, per il 68% artigiane.
È l’effetto del decreto anti frodi varato dal Governo la settimana scorsa che, di fatto, sta paralizzando un comparto già in difficoltà, in calo numerico da oltre un decennio, con una forte accelerata dall’inizio pandemia (-5,21% di imprese e -6,58% per le sole artigiane dal 2020 al 2021), che stava respirando una boccata d’ossigeno con il sistema dei bonus: non solo 110%, ma anche i bonus-casa tradizionali, il 50% sulle ristrutturazioni edilizie e l’ecobonus al 65% per esempio.
“Buono l’intento, pessima l’attuazione, con un aggravio di burocrazia ed effetti che stanno paralizzando i cantieri” commenta Giuseppe Gennaro, presidente di CNA Costruzioni Firenze che lancia l’allarme.
La norma ha infatti introdotto anche per tutti i bonus edili (non solo superbonus 110%) due nuovi passaggi necessari per ottenere tanto gli sconti in fattura, che per poter cedere i crediti agli intermediari: l’obbligo del visto di conformità, rilasciato da commercialisti e Caf e quello di asseverazione della congruità delle spese per ogni intervento, in base a tariffari regionali che non sono però aggiornati, risultando, ad oggi, del tutto fuori mercato.
“Si arriva così al paradosso che per sostituire una semplice caldaia o anche solo una finestra, il nuovo onere rischia di essere più costoso del beneficio fiscale stesso – prosegue Gennaro – Ma c’è di più perché, al momento, non è ancora chiaro chi dovrà rilasciare l’asseverazione sulla congruità dei costi e quali contenuti dovrà avere, con la conseguenza che l’invio di tali comunicazioni all’Agenzia delle Entrate è fermo. Tutto ciò non solo per lavori futuri, ma anche per quelli già contrattualizzati e definiti. Una follia, perché senza tale invio l’Agenzia delle Entrate non può dare il suo ok e gli sconti (magari con fattura già emessa) restano al palo, mentre gli istituti di credito diventano attendisti per quanto previsto dal decreto, non accollandosi più i crediti, magari con trasferimento del credito già sottoscritto dalle parti”.
Con il decreto, inoltre, è in arrivo una fitta selva di controlli che, di fatto, disincentiva in modo piuttosto esplicito l’agevolazione da ogni punto di vista, lato imprenditori edili e lato cittadini.
“CNA è contraria alle frodi, ma combatterle con strumenti del genere, che vanno contro ad ogni sbandierata semplificazione è inaccettabile. Se si crede nella bontà dei bonus, se si ha rispetto per un settore che negli stessi sta investendo e per i lavoratori che, grazie anche a queste agevolazioni fiscali, hanno uno stipendio, se si vuole tutelare il diritto dei cittadini ad una casa più sicura e efficiente dal punto di vista energetico, la soluzione è una sola: emendare il tutto in fase di conversione del decreto” conclude Gennaro.