Scarica il nostro E-book “Candidati a confronto” . Contiene le interviste a tutti i nove candidati sindaco: LUIGI DE MOSSI, PIERLUIGI PICCINI, BRUNO VALENTINI, ALESSANDRO PINCIANI, MASSIMO SPORTELLI, SEGIO FUCITO, DAVID CHITI, ALESSANDRO VIGNI, NADIA MAGGI. E a LUCA FURIOZZI (il candidato che non c’è). Potrete anche trovare l’elenco completo di tutti i candidati a consigliere comunale, lista per lista  [scarica QUI] .

Nel dibattito politico per le prossime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del prossimo sindaco di Siena, il recente passato entra a forza nello spaccato quotidiano. La discussione lo contiene quasi come passaggio doveroso, di premessa alla necessità di voltare pagina. Ma il nuovo corso, tutto da scrivere, è avvolto dalle nebbie come quelle che tengono stretto un galeone disperso in alto mare, con in stiva poche scorte per l’equipaggio. Siena, a pochi giorni dal voto, naviga a vista. Ci sono nove candidati, più uno che non c’è, perché il Movimento Cinquestelle non ha autorizzato la lista, per una sola poltrona, quella di primo cittadino di una delle città più belle, affascinanti e misteriose al mondo.

Governare Siena non è cosa facile, soprattutto in tempi come quelli che viviamo con le principali istituzioni della Città attraversate dalle lame fendenti di una crisi economica, politica e sociale, devastanti. Rispetto a questo, i candidati appaiono quasi impavidi, con pochi timori per le nebbie e la penuria di scorte. Come se il peggio, la tempesta, sia oramai alle spalle e a guidare il vascello sia una risacca, una corrente che accompagna necessariamente a terra ferma. La Banca che a Siena chiamavano Babbo Monte, l’Università, le istituzioni amministrative, il mondo dell’associazionismo.

Siena è finita dentro alla tempesta della crisi con tutte le armature che rappresentavano cultura, denaro, splendore. Capoluogo di una vasta e bellissima provincia, Siena sembra non avere più nemmeno la forza di esercitare questo titolo che un tempo presupponeva legami identitari quasi fisici. Oggi Si è Siena solo quando è stretta tra due parentesi che evocano il ricordo di battaglie gloriose, piuttosto che in termini di opportunità, speranze, che il legame tra città capoluogo e provincia era in grado di offrire. Basti pensare ai battenti chiusi dell’Enoteca italiana con un territorio in grado di esprimere barili di vini eccellenti, che finiscono sulle migliori tavole di tutto il mondo. Un settore, quello dell’enogastronomia, che tiene non solo ancora alta la bandiera dell’economia nazionale, ma addirittura dignitosa la bilancia dei pagamenti. In questa tornata elettorale per le comunali, dove la parola d’ordine sembra essere “cambiamento” la politica senese si misura in un agorà dove mancano i Cinquestelle, per motivi che i vertici del Movimento hanno ritenuto bene di non dover giustificare. Uno schiaffo in pieno viso per una comunità abituatasi a non chiedersi il perché di niente nei tempi in cui il lardo grondava grasso, mentre oggi che le vacche sono magre è pronta a interrogarsi sul perché di tutto.

[Dalla introduzione di Fabrizio Camastra]

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