L’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (Ispro) coordinerà il progetto pilota di un programma di screening per il tumore al polmone, associato alla cessazione del fumo, finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della salute. Coinvolgerà quattro Regioni: oltre alla Toscana ci saranno Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia.
Big killer Il cancro del polmone, spiega un comunicato, rappresenta oggi il ‘big killer’, essendo responsabile del maggior numero di morti per tumore in Italia e nel mondo. Nel 2019 sono stati diagnosticati in Italia 42.500 nuovi casi e la sopravvivenza a cinque anni rimane da tempo a valori massimi del 17% (dati Airtum, Associazione italiana registri tumori). Il fattore di rischio di gran lunga prevalente per il tumore polmonare è il fumo di sigaretta. E’ dimostrato che la cessazione del fumo riduce il rischio di questa grave malattia e pertanto qualsiasi misura di prevenzione non può prescindere da un collegamento ad un tentativo di cessazione dell’abitudine al tabacco. Il progetto coordinato da Ispro coinvolgerà sei unità operative in Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia, durerà due anni e arruolerà in Toscana (Firenze e Pisa), Piemonte (Torino) e Lombardia (Milano) fumatori con il supporto di medici di medicina generale o con strumenti informatici, mediante uno specifico sito web. Il primo incontro, informa la Regione Toscana, si terrà domani nella sede di Ispro.
I soggetti arruolati saranno invitati a effettuare sia un intervento di prevenzione secondaria rappresentata da una Tc a bassa dose (al momento dell’arruolamento e un anno dopo), sia un intervento di prevenzione primaria, rappresentata da un percorso per la cessazione del fumo. Le informazioni della Tac spirale sulla presenza delle calcificazioni coronariche saranno utilizzate per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Si prevede in questa fase (anche con l’aiuto di un altro progetto approvato dalla Regione Toscana) di arruolare 1.000 persone complessivamente allo screening polmonare.
Identificare lesioni in fase iniziale Negli ultimi anni diversi studi clinici hanno dimostrato che la tomografia computerizzata a bassa dose riduce del 20-40% la mortalità del tumore polmonare, in quanto permette di identificare lesioni in fase iniziale che sono completamente eradicabili con l’intervento chirurgico. «In vista di un possibile programma di screening integrato su base di popolazione – spiega Gianni Amunni, direttore Ispro, – che comprenda sia una misura di prevenzione primaria (cessazione del fumo), sia una misura di prevenzione secondaria (Tc – tomografia computerizzata – a bassa dose), rimangono alcune questioni irrisolte quali: il percorso di arruolamento dei soggetti a rischio, i criteri di selezione dei soggetti a più alto rischio, che sono quelli per i quali è atteso il maggior beneficio dello screening, le modalità e i criteri di lettura del test di screening, la definizione degli standard di qualità delle attività delle strutture coinvolte, l’influenza e l’efficacia dell’intervento di cessazione del fumo ed il possibile ruolo dei biomarcatori ematici e nella saliva». L’obiettivo del progetto, i cui risultati in vista di una valutazione di Health Technology Assessment saranno analizzati congiuntamente alla Unità di Epidemiologia dell’Irccs oncologico di Reggio Emilia, è la definizione di un modello organizzativo e operativo di screening polmonare che sia efficiente ed a costi contenuti e che possa pertanto essere replicato nelle strutture di sanità pubblica sul territorio nazionale.