FIRENZE – “In gioco ci sono oltre 3mila posti di lavoro diretti più 5mila dell’indotto e una eccellenza del nostro paese nel mondo”.

Caratteristiche proprie del settore della camperistica italiana, che però è messo a repentaglio da scelte non sembra in linea con la tutela delle nostre industrie. Come rileva Iuri Campofiloni, responsabile Fiom Cgil Toscana settore camperistica: “E’ necessario un confronto con i players per conoscere i piani industriali e avere garanzie di investimenti che assicurino prospettive solide al distretto toscano nel settore della camperistica. Dobbiamo puntare ad un patto con le istituzioni locali e regionali che coinvolga anche il ministero delle Imprese e del Made in Italy”.

L’allarme è arrivato “dopo la notizia data da Stellantis dell’apertura di uno stabilimento gemello della Sevel in Val di Sangro a Gliwice, in Polonia” sottolinea in una nota, “dove è prevista anche la produzione di veicoli Rv (recreational vehicles)”. Per Campofiloni “a brevissimo termine quattro marchi di veicoli commerciali Stellantis” arriveranno, “contestualmente ai veicoli professionali (92% della produzione totale), a sostituire progressivamente anche gli chassis dei veicoli Rv, adibiti al settore camper”.

“Considerando che Stellantis occupa il 40% del mercato dei veicoli commerciali totali e circa l’80% dei veicoli Rv in Europa – osserva ancora -, la domanda che sorge spontanea è: dove verrà prodotta la linea Pro one, ad Atessa o a Gliwice?”.

Secondo l’esponente Fiom “la competizione oggi non sta tanto dentro la fabbrica quanto fuori, dalla logistica alle infrastrutture, fino alle scelte industriali di chi produce chassis che sempre più si allontanano dal nostro Paese. Sono quindi sempre più necessari accordi di sviluppo dei player per tutelare nel tempo la capacità industriale radicata in Toscana”.