Non c’è pace per il Siena calcio impegnato a traghettare la squadra verso quella che si prospetta come una tutto sommato tranquilla salvezza in Serie A. Ad agitare le acque intorno alla Robur ancora una volta l’inchiesta sul calcio-scommesse, dopo che già nella scorsa estate aveva quanto meno smorzato gli entusiasmi per la promozione dalla Serie B. Questa volta viene tirato in ballo direttamente il presidente del Siena, Massimo Mezzaroma: una notizia che spacca a metà i comparti del tifo organizzato (Siena Club Fedelissimi e Vecchi Ultras nello specifico), tra chi ripone fiducia e chi invece già da tempo punta il dito sulle decisioni del numero uno bianconero.
La vicenda Uno dei principali indiziati nell’inchiesta sul calcio scommesse, il calciatore del Piacenza Carlo Gervasoni, ha raccontato al procuratore di Cremona Roberto di Martino di aver saputo dallo 'zingaro' Amir Gegic (il termine ‘Zingari’ indica il clan di malavitosi dell’Est europeo che muoveva ingenti somme di denaro per le scommesse sulle partite combinate, ndr) che il presidente del Siena avrebbe pagato due giocatori del Modena in occasione della partita Modena-Siena del 26 febbraio 2011. Match concluso con la vittoria dei toscani per 1-0. In particolare Gervasoni racconta di aver appreso la circostanza da un suo amico del Kazakistan. Imemdiata la risposta del numero uno bianconero. In un comunicato ufficiale dell’Ac Siena, Massimo Mezzaroma nega con decisione qualsiasi coinvolgimento personale e della Robur nella vicenda: «Fino a questo momento avevamo scelto di non commentare i vari passaggi dell’inchiesta per il doveroso rispetto nei confronti degli organi inquirenti, verso i quali nutriamo la massima fiducia, e per non rincorrere il quotidiano chiacchiericcio alimentato da pseudo notizie di fonti difficilmente credibili. Ma di fronte a una falsità di tale portata, che coinvolge direttamente anche la mia persona, non posso esimermi dallo smentire nella maniera più assoluta certe affermazioni».
Il tifo spaccato a metà Parole, quelle di Mezzaroma, che hanno rassicurato solo una parte del tifo organizzato bianconero. «Un’altra volta il Siena viene riportato alla ribalta dei media nazionali per delle dichiarazioni che si basano solo sul ‘sentito dire’ e non su dati certi – commenta il presidente del Siena Club Fedelissimi Lorenzo Mulinacci – Riponiamo massima fiducia nella società, siamo esterrefatti e sorpresi nell’assistere a come la giustizia venga gestita con una tale leggerezza. Siamo stanchi di vedere la nostra squadra nelle prime pagine dei quotidiani senza che non ci sia mai veramente nulla di concreto. Se le accuse di Gervasoni sono veramente queste, la Robur può dormire sogni tranquilli». Diametralmente opposto il parere di un’altra frangia del tifo bianconero, quella dei Vecchi Ultras: «Per il momento non c’è nulla di preciso per poter valutare la posizione di Mezzaroma però, se tutti i giornali ne parlano, qualche dubbio resta – sostiene Mario Vannini, rappresentate degli ultrà senesi -. Mi auguro solo che non ci sia niente di vero, per il bene della squadra e della città. Certo è che la famiglia Mezzaroma non ci ha mai conquistato pienamente, specialmente per quello che concerne i loro intenti di costruire stadi e strutture a Siena: necessità troppo spesso anteposte ai risultati sportivi della squadra. Se si dovesse dimostrare un coinvolgimento diretto del presidente della Robur nell’inchiesta sulle scommesse, la famiglia Mezzaroma e chi l’ha voluta a Siena dovrà fare un profondo atto di mea culpa. Noi tifosi non vogliamo pagare per loro».