centroUn polo di eccellenza per la valorizzazione e la formazione tecnico-sportiva di giovani calciatori e calciatrici tra i 12 e i 14 anni. E’ il primo Centro federale territoriale inaugurato allo Stadio Bruno Buozzi di Firenze. Al taglio del nastro, alla presenza dell’assessore allo Sport Andrea Vannucci, sono intervenuti il presidente della Figc Carlo Tavecchio, il direttore generale Michele Uva, il presidente del settore giovanile e scolastico Vito Tisci e il presidente del Comitato regionale Toscana Figc-Lnd Fabio Bresci.

Tavecchio: «Ineludibile che si debba investire sui giovani» «C’è chi chiacchiera, c’è chi parla di ipotesi, noi per filosofia di equipe, facciamo i fatti – ha sottolineato il presidente della Figc Tavecchio – Questo centro tecnico territoriale è un fatto inserito nella nostra bacheca che era il nostro programma elettorale. E’ ineludibile che si debba investire sul mondo giovanile che tante persone coinvolge nel nostro Paese, circa ottocentomila giovani. Ogni squadra ha il proprio settore giovanile, il proprio vivaio, e quindi investire su questi numeri enormi è per noi fondamentale. Qui abbiamo inaugurato il primo centro tecnico di formazione federale con l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi – ha aggiunto Tavecchio – Allora ero presidente della federazione dilettanti e con i proventi derivanti dalla mutualità abbiamo realizzato altre realtà simile a questa. Quanto realizzato in questo luogo è andato ben oltre le più rosee aspettative visto che qui c’è professionalità, costanza e le strutture sono tenute bene. Firenze oltre al centro di Coverciano ha adesso il suo centro federale territoriale. Abbiamo dato incarico alle nostre strutture migliori per intervenire nel mondo giovanile italiano impegnando una consistente cifra fatta di tanti zeri, per dare un’opportunità importante al calcio italiano».

«Se nascessero due o tre Antognoni saremmo contenti» «Se nascesse un Antognoni a Firenze saremmo contenti, se ne nascessero due o tre, ancora meglio perché se investiamo sui giovani, che poi eventualmente cresceranno, vorrà dire che avremmo raggiunto il nostro scopo – ha concluso il presidente della Figc – Francia, Germania ed altri paesi al termine di un percorso che non li hanno visti vincere, hanno deciso di creare questi centri tecnici federali territoriali. Noi abbiamo vinto, anche se non recentemente, con la Nazionale, ma almeno nell’ultimo periodo ci siamo qualificati bene ai prossimi europei. C’è un problema di ranking della nostra Nazionale ma quello è un problema che presto proveremo a risolvere. Partire da Firenze per noi è molto importante perché qui c’è il centro tecnico di Coverciano e dove la Figc per prima investe nel mondo del calcio italiano».

Uva: «Si parte da Firenze perché qui ci sentiamo in un campo ‘di casa’» Fra gli ospiti presenti anche il d.g. della Figc Michele Uva. «Non è stato difficile buttar giù questo progetto perché quando c’è nel programma elettorale un’idea simile, è di fatto un obbligo iniziarlo a realizzare – ha spiegato -. Il presidente voleva puntare sui giovani e con questo primo centro territoriale si crea una sintesi. Abbiamo studiato quello che è accaduto nelle altre nazioni, abbiamo fatto un progetto con le nostre idee italiane e collaborando con la Nazionale italiana dilettanti, l’Aiac, l’Aia e altre realtà del nostro calcio, abbiamo creato un percorso che ha portato a questo luogo, che è solo un primo esempio. Vogliamo fare un progetto a lungo termine, i frutti di questo percorso lo vedranno e se lo godranno chi sarà il presidente federale ed il direttore generale federale fra dieci anni. La Germania è partita con questo tipo di progetto nel 2001 ed ha vinto il campionato del Mondo e anche altri tornei giovanili con le proprie nazionali, dopo dieci anni. Si parte da Firenze perché qui ci sentiamo in un campo ‘di casa’. Investiremo nove milioni di euro su queste strutture, una cifra importante, che non ci spaventa. Da qui si parte con un progetto sperimentale: speriamo che i genitori non prendano troppo sul serio l’ambito tecnico quando porteranno ad allenarsi in queste strutture. Questi per noi sono centri tecnici territoriali educativi prima ancora che tecnici».