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Paolo Poli nel 2008 durante la rappresentazione di Pierino e il lupo al Festival della Valdorcia nella Fortezza di Montalcino (foto agenziaimpress.it)

Il teatro italiano perde uno dei suoi interpreti migliori. Si è spento ad 87 anni, dopo un periodo di malattia, Paolo Poli. Quella che è stata probabilmente l’ultima più applaudita apparizione pubblica di Paolo Polirisale a poco meno di tre mesi fa: il 7 gennaio scorso nella sua Firenze per l’inaugurazione, dopo il restauro, del Teatro Niccolini, chiuso da 20 anni e che è stato a lungo una delle sue ‘case’. Una vera e propria festa per l’attore 87enne, con una piece-intervista intitolata appunto ‘Teatrino’, durante la quale, sollecitato dalla giornalista Valentina Grazzini, Poli ha ripercorso tutta la sua carriera aiutandosi con filmati e foto, ma soprattutto con la sua strabiliante memoria. Ai giornalisti, poco prima dello spettacolo, aveva parlato di tutto, anche del suo desiderio di come morire: a chi gli aveva chiesto se quella serata segnasse un ‘ritorno a casa’, rispose sorridendo: “Ma quale ritorno a casa. Spero di morire all’estero, come Dante Alighieri…”. Come al solito anche in quella occasione non lasciò inevasa ogni tipo di domanda, rispondendo sempre con l’arguzia e l’irriverenza che ne sono state la cifra in scena e nella vita.

Una lunga carriera Laureato in letteratura francese Poli ha esordito come attore in piccoli teatri, come “La borsa di Arlecchino” di Genova. Ironico e autoironico, a cominciare dalla affermazione della propria omosessualità, irriverente e colto, sempre elegantissimo, negli anni Sessanta è approdato alla Rai per la quale ha realizzato lo sceneggiato “I tre moschettieri”, quindi Canzonissima. Tra i lavori più noti che lo hanno visto regista e protagonista “Aldino mi cali un filino”, “Rita da Cascia”, che suscito’ polemiche ed una interrogazione parlamentare, “La nemica”. Ha proseguito nella carriera di attore anche dopo aver compiuto gli 80 anni.  Attore brillante per vocazione, dalla comicita’ intelligente e provocatoria, ma sempre con un sottofondo giocoso, come nei suoi famosi en travesti’, Poli amava i testi surreali, i lati onirici, il ridicolo del sentimentalismo, il rapido sberleffo, l’ironia che smonta e rivela anche quella sotterranea nota malinconica e esistenziale propria di ogni vero artista. «La sua vita e la sua opera di artista libero e geniale sono un dono di amore per Firenze e per la cultura italiana», ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella. I funerali si terranno in forma privata nei prossimi giorni a Firenze.