«Nessuna nuova, buona nuova». Non è proprio il caso di dirlo per Cadla, la piattaforma con 197 dipendenti vittima del crack dei fratelli Giannetti. Mentre Conad Tirreno ha già iniziato a riaprire i punti vendita acquisiti e la trattativa con Conad Umbria per l’affitto di cinque negozi è agli sgoccioli, sul magazzino Cadla regna una preoccupante calma piatta. Nessuna offerta e nessuna rassicurante prospettiva per il futuro. «Per quanto riguarda Cadla – dichiara Marco Bendoni di Filcams Cgil – ai fratelli Giannetti non si possono certo fare i complimenti. C’è tanto da fare, e ci sarebbe stato tanto da fare in passato per scongiurare una tragedia di queste proporzioni e loro, in qualche modo, non l’hanno fatto. Se si fossero mossi per tempo, come è stato fatto per i punti vendita 2G, oggi la situazione sarebbe molto diversa».
I dipendenti dei negozi E infatti per i dipendenti dei negozi la situazione è molto diversa. Centotrenta di loro sono tornati al lavoro grazie alla riapertura dei tre supermercati di Arezzo: via Chiarini, Piazza Giotto e Via Setteponti. Stessa sorte stamattina anche per i lavoratori di San Giovanni, Montevarchi e Figline. La riapertura completa di tutti i punti vendita acquisiti da Conad Tirreno si avrà giovedì 4, con il supermercato di Camucia e il megastore di Castiglion Fiorentino.
Il compratore “segreto” Trattativa in corso per i restanti quattordici negozi: il compratore “segreto” è un importante gruppo discount. Per i quattordici negozi rimasti fuori dalle trattative con Conad Umbria e Conad Tirreno si parla di una vendita in blocco: «Non posso fare nomi, ma posso dare per certa la trattativa con una grande catena discount, interessata all’acquisizione in blocco di tutti i negozi rimasti – dichiara Bendoni. Consapevoli della grande occasione che rappresenterebbe per centinaia di dipendenti, ci prefissiamo in questa grossa operazione di giocare la nostra partita a tutela del lavoro e dei lavoratori». Tra le possibili trattative per l’acquisizione di due punti vendita aretini, quello di Via Guelfa e di Pescaiola, si era sentito parlare della volontà dei dipendenti di costituire una società e salvare il proprio posto di lavoro. Come si è svolta questa trattativa? Come mai non è andata in porto? «Intanto specifichiamo che non tutti i dipendenti di queste due Despar, ma solo una piccola parte di essi aveva ipotizzato di costituirsi in società – dichiara Bendoni – di certo non so nulla ma posso solo ipotizzare che la proprietà abbia preferito portare a termine una operazione di vendita in blocco dei negozi con questa grossa catena di discount interessata a piazzarsi sul territorio, piuttosto che compromettere la vendita degli altri negozi. Con questi grandi gruppi si sa: o tutto o niente».
L’indotto Salvi anche i fornitori. “Vogliamo essere i supermercati degli aretini puntando sulla qualità a kilometro zero – dichiara Ugo Baldi direttore di Conad Tirreno alla riapertura dei punti vendita della città. Per questo siamo al 100% delle conferme dei vecchi fornitori». Ecco riannodata la filiera dei prodotti locali made in Arezzo. I fornitori sembrano tirare un primo sospiro di sollievo in attesa del concordato che, anche fosse il più generoso possibile, decreterà a giorni la definitiva perdita di ingenti somme, troppo ingenti per molti dei piccoli forni e salumifici che servivano i negozi dei fratelli Giannetti.
Compromesso per la fase iniziale “Conad Tirreno è stata di parola – conclude Bendoni – sta riaprendo tuti i negozi nei tempi prestabiliti. Ciò non toglie che riaprire in tempi record comporti una mole di lavoro inimmaginabile e a lungo termine insostenibile. In fase di partenza questo è un compromesso accettabile. In seguito però provvederemo a rivedere tutti questi termini per ottenere condizioni di lavoro diverse. I lavoratori devono saperlo: non sono soli».