tavoloTutti uniti per salvare il gruppo dei fratelli Giannetti ovvero circa 800 posti di lavoro. Istituzioni regionali, provinciali e comunali insieme a rappresentanti sindacali e rappresentanti dei lavoratori si sono incontrati stamani per confrontarsi sulla questione Cadla  e 2G. E’ quanto emerso dal tavolo di discussione indetto dal sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani.In tanti hanno risposto all’appello del sindaco che ha aperto l’incontro con un «bando alla retorica sulla drammaticità della situazione. La preoccupazione per il futuro dei lavoratori Cadla e 2G è di tutti. Ora è il momento di ragionare insieme su quello che concretamente si può fare».. Al presidente della Camera di Commercio di Arezzo,  Andrea Sereni, il compito di illustrare la vicenda.

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Dipendenti Cadla in piazza

Due le trattative da chiudere Questa settimana sarà particolarmente intensa per 2G, in procinto di chiudere due trattative: una con Conad Tirreno, l’altra con Conad Umbria. «Le società di cui ci troviamo a parlare sono due, Cadla e 2G – spiega Sereni – centinaia di dipendenti per 36 punti vendita e la piattaforma di Arezzo.  Le trattative in corso per l’acquisizione dei punti vendita sono diverse. Quella con Conad Tirreno stipulata il 22 luglio, dovrebbe andare in porto il 22 agosto, riguardando 15 punti vendita, per lo più situati in provincia di Arezzo. La trattativa con Conad Umbria per l’acquisto di una decina di supermercati della catena 2G, dovrebbe concretizzarsi invece entro mercoledì o giovedì di questa settimana. Facendo un rapido calcolo, 10/12 negozi della catena, i più piccoli, resterebbero fuori dalle trattative. I proprietari sono disposti a venderli, anche ad un prezzo simbolico, per salvaguardare i lavoratori».

Cadla da riposizionare sul mercato Tutt’altra è la questione della piattaforma Cadla: «Le due Conad sono già fornite di magazzini per servire i punti vendita e non sono interessate all’acquisizione di quella di Arezzo – prosegue Sereni – . Il problema ora è posizionare sul mercato questa azienda, salvaguardando il lavoro dei dipendenti e dei fornitori della filiera, quasi 300 aziende, che potrebbero essere vittima di un pericoloso effetto domino occupazionale. Con Camera di Commercio di Perugia e Camera di Commercio di Livorno abbiamo stipulato un accordo per favorire quei fornitori che hanno crediti con Cadla. Inoltre a febbraio 2014 abbiamo stanziato 60.000 euro, ad oggi divenuti 40.000, per abbattere i costi della cassa integrazione in deroga e disoccupazione, con i quali potremo sostenere le vicende del gruppo Cadla-2G».

Un momento dell’incontro di oggi

La parola ai sindacati «Fino a due mesi fa la proprietà parlava di risalire la china, poi nelle ultime sei settimane la situazione è precipitata – ha dichiarato il segretario provinciale della Cgil, Alessandro Mugnai – è mancata chiarezza negli ultimi mesi. Cadla, che sta vivendo la situazione più difficile, se andrà in porto l’operazione Conad  non avrà più negozi da rifornire. Se non circola merce, il concordato preventivo rischia di divenire fallimentare. Sappiamo che Conad non può assorbire Cadla, allora cosa possiamo fare? Dobbiamo non lasciare solo il commissario e scavare a fondo la questione. Perché non è andata bene la trattativa della proprietà con Carrefour per Cadla? Sarebbe importante saperlo. Dobbiamo creare un sistema a rete: Istituzioni, sindacati e politica uniti per salvare Cadla. Dobbiamo anche iniziare a pensare di inserire questa azienda nell’indotto agro-alimentare del nostro territorio. È una situazione maledettamente complicata e questa potrebbe essere una soluzione. Il primo agosto l’assessore regionale Simoncini allargherà il tavolo di crisi Despar Centro Italia a Cadla, nel tentativo di favorire la risoluzione della situazione».

Cisl: «No allo spezzatino» Marco Salvini, segretario provinciale della Cisl, ha evidenziato come sia «opportuno mantenere l’unità del pacchetto Cadla-2G. Se suddividiamo le due trattative di cassa integrazione facciamo uno spezzatino che indebolisce la vertenza e la possibilità di ottenere buoni risultati». Marco Conficconi, segretario provinciale Uil ha aggiunto che «per noi l’azienda è indivisibile ma dobbiamo ammettere che questo tema non è più sul tavolo. Occorre un impegno regionale nella trattativa con Conad Umbria e Conad Tirreno. E un sostegno dei parlamentari al momento dell’attivazione delle procedure di cassa integrazione». Sostegno e collaborazione che sono stati garantiti dai deputati Marco Donati (Pd) e  Marco Baldassarre (M5). I consiglieri regionali De Robertis, Manneschi, Ammirati e Chiurli hanno annunciato la presentazione di una mozione in Consiglio regionale e l’incontro promosso dall’assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini per l’ 1 agosto. Solidarietà ai lavoratori è stata espressa dai consiglieri comunali Francini, Bracciali, Scatizzi, Cantaloni. Presenti anche il presidente del Consiglio Ralli e i consiglieri Bertoli e Mori con il vicesindaco Gasperini e gli assessori Magnanensi e Romizi.

«Siamo sotto terra ma la testa è ancora fuori e ci impegneremo per trovare una soluzione»  Il rappresentante della Rsu Cadla Alessio Landi, ha raffigurato così la sua situazione e quella dei suoi colleghi.  «A dicembre e gennaio facevamo ancora gli straordinari e la crisi non era prevedibile. Qualcuno ha detto che questa storia è emersa quando ormai i buoi erano scappati dalla stalla. Bene, deve esser chiaro che noi nella stalla ci siamo ancora e vogliamo rimanerci» ha detto.  «Questo non è solo il mio lavoro, è la mia casa e il mio futuro – ha raccontato Marco Bernacchia, da oltre 20 anni dipendente Cadla – E parlo a nome di tutti. Gli ultimi due mesi sono stati umilianti: andavamo al lavoro per fare poco o nulla. Perché i proprietari non ci hanno chiesto aiuto? Chiediamo di avere indietro la nostra dignità e il nostro lavoro».

Tavolo di crisi permanente «Questo tavolo in Comune sarà permanente – ha concluso il sindaco Fanfani – soprattutto in questa prima fase e, in ogni caso, io sarò in Comune per l’intero mese di agosto. Questo tavolo rappresenta la città e quindi il suo sistema istituzionale, economico e sociale e conferma che tutti vogliamo e dobbiamo lavorare insieme. E tra i primi compiti abbiamo quello di verificare a livello regionale le possibili soluzioni, in modo particolare per il magazzino Caldla. Infine dobbiamo seguire con attenzione le procedure ministeriali in caso di attivazione della cassa integrazione».