Ho partecipato al Buy Tuscany 2014 e confermo qui il voto che ho dato nella scheda finale consegnata agli organizzatori: Otto. La Stazione Leopolda di Firenze è uno scenario bellissimo e funzionale alla manifestazione. L’allestimento suddiviso per temi, con le immagini della campagna di comunicazione non più taroccata, era efficace. I buyers stranieri (a parte la cattiva abitudine di qualcuno di non rispettare gli appuntamenti in agenda) mi sono sembrati buoni conoscitori della Toscana e molto concreti e decisi nel chiedere quello che può interessare o non interessare ai loro clienti.
Questo mi è sembrato forse l’aspetto più interessante: si potranno poi concretizzare contratti e vendite, oppure non risentirsi mai più, ma era netta l’impressione che i tour operator stranieri selezionati (molti dei quali con rappresentanti o agenti che lavorano in Italia) avessero un reale interesse per la nostra Regione e la nostra offerta e che sapessero di quello di cui si stava parlando.
Da qui, il disagio di vedere ancora una volta l’assoluta mancanza di coordinamento fra gli operatori dell’offerta. Come sempre: ognun per sé. Magari contenti di non avere seduti a fianco i propri “concorrenti”, e mai come questa volta si devono usare le virgolette. Ci saranno state sicuramente alcune eccezioni, meritevoli di lode, ma in generale non ho visto coordinamento fra operatori dello stesso settore e nessun sforzo per presentare in maniera unitaria territori di area vasta, con servizi di filiera organizzati o un sistema di accoglienza integrato e di qualità.
L’argomento non è nuovo e lo so. Anzi, se ne è parlato anche troppo e senza mai arrivare a risultati concreti, se non limitati ed episodici. Ma che neanche la crescita di un appuntamento “in casa” come il Buy Tuscany, con operatori ben selezionati, abbia dato una spinta in questa direzione, non induce all’ottimismo. Il mio Otto in pagella finisce per avere un retrogusto un po’ amaro.