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Il presidente della Figc Carlo Tavecchio

«Ci dichiariamo parte lesa per quanto sta succedendo perché noi continuiamo a subire tutte quelle che sono le situazioni del Paese indirettamente che poi vengono messe in un grande contenitore di comunicazione che siamo noi». Così il presidente della Figc Carlo Tavecchio intervenuto questa mattina ad un convegno a Coverciano in merito alla nuova bufera che si è abbattuta sul calcio italiano nelle categorie di Lega Pro e Serie D.

Tavecchio: «Gravissimo errore scommettere sulla serie D» «Il calcio è uno dei sistemi del nostro Paese che certamente non viene aiutato da questi scandali. Noi siamo parte lesa da tutto ciò e siamo un soggetto che vuole difendere il sistema da certe cose ma i mezzi che abbiamo noi non sono certamente all’altezza. Cinque-sei anni fa la scommessa era un reato – ha aggiunto Tavecchio -. Il giorno in cui si è entrati nell’ottica che la scommessa non è un reato porta a far si che ognuno si debba prendere le proprie responsabilità. Oggi quando l’economia non tira, quando ci sono problemi di grande portata, ci sono coloro i quali si inventano il grande guadagno in maniera surrettizia all’attività industriale, all’attività manuale e quindi le scommesse diventano appettibile. Quando è stata allargata alla serie D la possibilità di scommettere io dissi, pur non essendo consultato,  che era un gravissimo errore e oggi i risultati li vedono tutti. Deluso da certi fatti? Guardate che l’uomo, la civiltà, è sempre portata ad usare certi mezzi per delinquere. Questo è uno dei mezzi».

calcioscommesse.jpgSequestri e fermi in tutta Italia La vasta operazione condotta dalla Polizia di Stato ha portato a 50 fermi e oltre 70 indagati su segnalazione della Magistratura di Catanzaro. Perquisizioni sono state effettuate anche  Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L’Aquila, Ascoli Piceno, Monza, Vicenza, Rimini, Forli’, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova, Savona. L’inchiesta della Procura antimafia di Catanzaro ha scoperto una rete di associati, fra calciatori, allenatori, presidenti e dirigenti sportivi, che coinvolgerebbe oltre 30 squadre. Il provvedimento di fermo, di oltre 1000 pagine, delinea una rete di personaggi, appartenenti a due distinte organizzazioni criminali, rispettivamente attive nella combine di incontri dei campionati di Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti, capaci di alterare risultati e investire danaro nel connesso “giro di scommesse” in Italia e all’estero. Diverse perquisizioni riguardano anche sedi di club calcistici. Ad alcuni indagati vengono contestate anche le aggravanti mafiose e transnazionali. Fra questi un membro della cosca Iannazzo, potente clan della ‘ndrangheta lametina.

Tra gli indagati anche un ex Empoli Coinvolte nel giro di partite truccate sarebbero diverse squadre fra le quali Pro Patria, Barletta, Brindisi, L’Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor-Lametia, Santarcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo. Nel mirino anche alcune partite del girone B di Lega Pro in cui militano le squadre toscane. Risultano tra l’altro arrestati il ds de L’Aquila (una delle società coinvolte) e quattro giocatori del Sant’Arcangelo. Tra gli arrestati anche Gianni Califano, 44 anni, ex centravanti del Prato,  e suo padre. Tra gli indagati invece Arturo Di Napoli, ex attaccante dell’Empoli, e il procuratore pontederese Eugenio Ascari.

Sotto la lente Pisa-Torres Fra le sfide finite nel mirino dell’inchiesta scommesse anche Pisa-Torres di Coppa Italia ma la società nerazzurra non è interessata dall’indagine. I sardi mandarono in campo una formazione di ragazzi.