MONTALCINO – Un percorso di alta formazione sul Brunello di Montalcino. La creazione dell’Accademia Brunello va in questa direzione e il primo appuntamento è previsto il 9 ottobre.
Per quattro giorni è previsto un focus insieme a 10 top buyers provenienti dagli Stati Uniti: primo mercato di sbocco per il principe dei rossi toscani. Il master of wine Gabriele Gorelli curerà la giornata, mentre le successive visite presso alcune delle cantine più rappresentative saranno coordinate da Jeff Porter e Claire Hennessy, sommelier e wine expert tra i più influenti negli Stati Uniti.
“Siamo convinti – ha detto il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci – che per conoscere i nostri vini ci sia la necessità di capire come un piccolo vigneto – anche 10 o 20 volte meno esteso di quello dei nostri competitor internazionali – sia divenuto un’icona dell’enologia mondiale. Accademia Brunello è un tributo identitario a una terra in cui tutto, dal microclima al lavoro dell’uomo, contribuisce a renderla naturalmente vocata per la viticultura; oltre a un progetto culturale che si concretizzerà anche attraverso un nuovo percorso reputazionale della denominazione, con la nomina dei futuri Brunello di Montalcino ambassador”.
Sono quasi 3.200 gli ettari di vigneto iscritti a Doc e Docg e tutelati dal Consorzio; di questi, 2.100 a Brunello, estensione rimasta invariata dal 1997, per una produzione media di 9 milioni di bottiglie l’anno. A crescere è stato il valore delle vendite, i Paesi buyer e l’economia di un intero territorio, a partire dalle imprese del vino, che nell’arco di 13 anni hanno visto incrementare dal 37% al 63% il proprio patrimonio netto. Un’economia agricola che ha portato benefici anche in chiave turistica, con il boom dell’enoturismo: i 2/3 degli arrivi provengono dall’estero, a partire dagli Stati Uniti, e una crescita del 20% rispetto al pre-Covid.