MONTALCINO – Una annata ‘accattivante, brillante, succulenta’, versatile e vocata all’invecchiamento che conferma il giudizio di una vendemmia a 5 stelle, le ultime attribuite anticipatamente sulla base dei parametri meteoclimatici e di consistenza e sanità delle uve. Sono le tre parole chiave che descrivono il Dna del Brunello di Montalcino 2020, il vintage in anteprima in questi giorni a Benvenuto Brunello che si prepara a entrare sui mercati l’1 gennaio 2025.

E’ quanto emerso da ‘Brunello forma’, il nuovo progetto di proprietà del Consorzio per l’interpretazione rappresentativa dei vini della denominazione presentato oggi al Teatro degli Astrusi a Montalcino (Siena). Da quest’anno, infatti, l’ente consortile mette in campo un innovativo ed esclusivo modello di valutazione della personalità dei vini in base alle diverse vendemmie tarato specificamente sul Sangiovese di Montalcino. Obiettivo: analizzare l’annata secondo canoni non più quantitativi (le stelle) e autoreferenziali ma qualitativi e stilistici che derivano dalla forte interazione tra vitigno, cambiamento climatico e vino, considerando anche la grande eterogeneità del territorio in termini di esposizione, altitudine e suoli. Uno studio definito complesso che ha visto all’opera membri del Consorzio, un team di esperti climatologi e professionisti dell’high tech farming della società Copernico e un panel di degustazione internazionale composto da 8 master of wine: Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi per l’Italia, Madeleine Stenwreth (Svezia), Justin Knock e Michelle Cherutti-Kowal per UK, Tracey Dobbin (Francia), Frank Roeder (Germania) e Philip Goodband (Usa).

In occasione di Benvenuto Brunello annunciati poi dal Consorzio i cinque vincitori del 33/o Leccio d’Oro, il riconoscimento che premia ristoranti ed enoteche, nazionali e internazionali con una carta vini ampia e altamente rappresentativa della denominazione senese. Ad aggiudicarsi il premio nella categoria ristorante estero è il Tre Dita di Chicago, il locale dello chef Evan Funke che trae ispirazione dalla cucina regionale toscana. Al vertice della ristorazione tricolore si piazza Villa Maiella di Guardiagrele (Chieti), trattoria avviata sul finire degli anni Sessanta e oggi ristorante insignito di una stella Michelin. Dall’Abruzzo alla Campania, con Il Garolafo Wine di Avellino che trionfa nella categoria enoteca Italia. Sale invece sul podio delle enoteche estere il Wine Watch di Fort Lauderdale (Florida. Resta infine in Toscana il premio speciale Rosso di Montalcino, assegnato all’Enoteca Pitti Gola e Cantina di Firenze.