Si avvicina a grandi passi la data del 31 ottobre, giorno in cui il regno Unito dovrebbe lasciare l’Unione europea. A fronte del timore di un’uscita senza accordo, lo scorso 5 settembre il Parlamento britannico ha approvato una legge contro il no-deal, che apre la strada a tre possibili scenari, da realizzarsi entro il 19 ottobre: un’intesa tra Regno Unito e Unione europea su un accordo di recesso; un voto del Parlamento britannico in favore di una no-deal Brexit; una richiesta all’UE di proroga del termine della Brexit al 31 gennaio 2020. Nonostante tutta l’incertezza che continua a ricoprire la Brexit, la normativa doganale offre agli operatori economici alcuni strumenti e semplificazioni che, oltre a garantire un quotidiano vantaggio nel commercio internazionale, risulterebbero vincenti anche in caso di uscita del Regno Unito senza accordo: tra gli altri, corretto utilizzo dei regimi speciali (transito, deposito doganale, perfezionamento attivo che permettono di sospendere il pagamento di dazi, IVA e altri oneri), autorizzazione AEO (che garantisce minori controlli e precedenza nelle operazioni di sdoganamento sia in partenza sia in arrivo) e procedura ordinaria presso luogo approvato (che consente di non presentare la merce presso un ufficio doganale e di sdoganare direttamente presso i propri magazzini). Tutti questi temi saranno al centro della UK-Italy Business Outreach Conference che si svolgerà a Siena (Palazzo Squarcialupi) giovedì 26 settembre. All’incontro saranno presenti, tra gli altri, l’Ambasciatore Britannico presso la Repubblica Italiana e lo Stato di San Marino Jill Morris, che fornirà un aggiornamento sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e il CEO di Easyfrontier Fulvio Liberatore, che si focalizzerà sull’importanza della compliance doganale, delle semplificazioni e della gestione dell’origine nel commercio post-Brexit con UK.
La possibilità che il Regno Unito riesca a negoziare un nuovo accordo di recesso risulta complessa, dato che il Parlamento britannico riprenderà le sue attività il prossimo 14 ottobre; resta in piedi l’accordo proposto dal precedente Primo Ministro Theresa May – il cosiddetto “withdrawal agreement” – non approvato per via delle disposizioni che, eccezione fatta per un accordo diverso sul tema da ratificare entro il termine del periodo transitorio previsto dal withdrawal agreement medesimo, non riporterebbero confini fisici tra Irlanda del Nord e Repubblica di Irlanda.
Nel caso in cui, invece, il Parlamento votasse per un’uscita senza accordo, allora il Regno Unito risulterebbe a tutti gli effetti un Paese terzo per la UE a partire dal 1° novembre 2019: gli scambi tra le due parti prenderebbero la forma di vere e proprie importazioni ed esportazioni, i prodotti scambiati sarebbero sottoposti a dazi doganali e altri oneri, gli operatori sarebbero obbligati a ottemperare alle formalità doganali. L’ultima opzione, infine, prevede un’ulteriore proroga dei termini: in tal caso, il Primo Ministro e il Parlamento britannici avrebbero più tempo per accordarsi sull’uscita di UK dall’Unione europea.
Programma_UK-Italy Business Outreach Conference Siena 26.9