Questa settimana mi sono divertito a veder cosa succede – turisticamente parlando – fuori da questa nostra Italia.
La prima notizia interessante che ho trovato riguarda l’Australia, che – dallo scorso mese di maggio – ha cominciato a spendere 8,6 milioni di dollari (circa 7 milioni di euro) per una campagna di promozione sul food&wine. Ovvero l’Australia come metà gastronomica, il che non sorprende se pensiamo agli investimenti fatti – da decenni – per impiantare produzioni di olio di oliva e di vino. Ancora più interessante vedere che questa campagna è stata destinata soprattutto a Regno Unito, Francia ed ai paesi più vicini come Cina, Hong Kong, Giappone, Corea del Sud, India, Singapore ed Indonesia, con una speciale attenzione ad Instagram, considerato il social media più adatto per condividere esperienze gastronomiche.
Chi non dovrebbe avere problemi di promozione turistica è la California, che ha San Francisco, Los Angeles, San Diego, Disneyland, Hollywood, Napa Valley e Silicon Valley. E invece, la California Travel and Tourism Commission ha chiesto di poter triplicare le risorse a disposizione (da 26 a 80 milioni di dollari) per affrontare non solo la concorrenza interna (New York e Florida in primo luogo) ma anche quella di altre mete, apparentemente meno attrattive, come Costa Rica, Repubblica Dominicana e Portorico, ma che invece hanno evidentemente carte da giocare. Il motivo diq uesta preoccupazione dei californiani? Perché – cito testualmente – «l’industria dei viaggi là fuori è cambiata, non si tratta più solo di andare a Hollywood perché i film sono fatti lì. Si tratta di realizzare i sogni di ognuno».
Punta del Este in Uruguay è una delle più eleganti località turistiche di tutto il Sud America, con 9.000 residenti in inverno che diventano 150.000 in estate, attratti dal mare, dai ristoranti e dalla vita notturna. Ma la crisi economica è arrivata anche lì. La prima misura è stata quella di abbassare i prezzi, ma – come spesso accade – non è bastato. Allora il Ministero del Turismo dell’Uruguay ed il Governo regionale di Maldonado hanno pensato ad un progetto di destagionalizzazione dei flussi turistici ed invece di fare tre riunioni ed un depliant, si sono rivolti alla World Turismo Organization delle Nazioni Unite per costruire il progetto “Punta del Este 365” presentato quindici giorni fa al WTM di Londra: un vero e proprio prototipo che coinvolgerà settore pubblico ed imprenditori privati, è che punta ad essere un modello da esportare poi in altri paesi del mondo.
Tre progetti ambiziosi, in fondo semplici ma non banali, che possono avere successo o possono fallire, ma che hanno una struttura ed una logica.
Proprio cose dell’altro mondo.