La sfida al Pd e al centrosinistra, in Toscana, è la più dura che ci possa essere. In un territorio considerato storicamente “rosso”, la corsa per la presidenza della Regione rappresenta un vero e proprio “Mont Ventoux” da scalare. Servono, per rifarsi ancora al gergo ciclistico, tanti buoni gregari in grado di far arrivare lo scalatore di punta al momento decisivo in condizioni tali da poter tentare un affondo. In politica si parla di alleanze. Un concetto che sembrano aver capito molto bene Giovanni Donzelli e Claudio Borghi, rispettivamente candidati-governatori della Toscana per Fratelli d’Italia e Lega Nord. Diverso il discorso per le altre forze di centrodestra (Forza Italia e Nuovo Centro Destra con l’apporto dell’Unione di Centro) che ancora sembrano scornarsi sul “Lamioni sì-Lamioni no”, con la candidatura del presidente della Camera di Commercio di Grosseto ormai appesa a un filo. Giovanni Donzelli e Claudio Borghi, su Twitter, hanno iniziato a sondare il terreno per una possibile alleanza che, di giorno in giorno, sembra sempre più prendere corpo. « Non credo – ha scritto cinguettato il candidato del Carroccio – che faticherei a trovare una sintesi con Donzelli». « Perché no? – ha risposto Donzelli -. I problemi dei toscani, prima dei capricci di palazzo. Dobbiamo vincere».
Strategie Lega-FdI sul ‘Mont Ventoux’ Chi sarà allora lo scalatore di punta? Tutto fa pensare al nome del leghista Claudio Borghi: la sua è una candidatura molto forte perché all’interno della Lega, Borghi è responsabile economico del partito nonché uno dei fedelissimi del leader nazionale Matteo Salvini. La sua candidatura, infatti, ha scompaginato e non poco i piani di tutto il centrodestra, finito (oggi più che mai) in un limbo decisionale sul nome del candidato-presidente: è stata la stessa Lega a porre sin dalla prima il suo veto per un’alleanza con il Ncd. Diverso il discorso con Fratelli d’Italia, gli «alleati naturali» secondo Borghi. Giovanni Donzelli, consigliere regionale uscente, è stato il primo a lanciare la sua sfida a Enrico Rossi e al Pd: una corsa partita alla fine del 2014 e che già nei primi mesi del nuovo anno ha toccato varie tappe in Toscana. C’è però un interrogativo da porsi. Quanti voti può contare in Toscana il movimento di Giorgia Meloni? Vietato dire tanti o pochi, ma sicuramente non saranno sufficienti per fare la corsa sul centrosinistra. E allora torniamo a parlare di ciclismo: Donzelli è il gregario che si lancia in fuga per far allungare il gruppo e magari permettere a Borghi di arrivare di rincorsa agli ultimi mesi di campagna elettorale? Come strategia non sarebbe male. Sia per FdI che per la Lega. Ma una cosa, oltre a questa è certa: se il centrodestra toscano non ricompone i cocci con gli altri “gregari”, difficilmente riuscirà a vincere la tappa del “Mont Ventoux” contro il Pd…