PISTOIA – La guerra ne ha acuito gli effetti, ma la crisi energetica ha mosso le sue leve con settimane di anticipo. Chiaro che il protrarsi del conflitto in Ucraina, renda ancora più gravosa per le imprese questa situazione.
Particolarmente pesante per l’area nord della Toscana, che tra Pistoia, Prato e Lucca, conta oltre 2.300 aziende e più di 22 mila addetti nel settore manifatturiero: dato che rappresenta circa il 23% del totale delle persone impiegate. Nel territorio di Confindustria Toscana nord hanno una forte concentrazione i due settori maggiormente energivori, il tessile (è energivoro il 76% delle imprese del settore ubicate nel territorio) e il cartario (è energivoro il 69% delle imprese del settore ubicate nel territorio), cui si aggiungono anche in misura significativa la gomma-plastica, il lapideo e la metallurgia.
“Se già lo scorso dicembre c’era un forte allarme per l’incremento della bolletta energetica, ora possiamo parlare di una situazione letteralmente fuori controllo – dichiara il presidente di Confindustria Toscana nord, Daniele Matteini -. Incrementi di queste entità rendono difficile se non impossibile l’attività delle aziende che ne sono investite: non si può lavorare in perdita, se non per periodi molto limitati, e non a caso in alcune aziende si registrano già interruzioni della produzione. Quella che stiamo vivendo è una lezione severa: non possiamo permetterci politiche energetiche troppo rischiose e poco lungimiranti”.