Due sì e due no alla fusione tra Comuni. Si è conclusa così la tornata elettorale che domenica e lunedì ha visto al voto gli abitanti di 12 Comuni della Toscana chiamati a pronunciarsi sulla proposta di accorpamento tra territori. I due no si sono registrati nel Casentino, dove si sono rivelati decisivi i voti negativi di Chitignano e di Chiusi della Verna, anche se a Bibbiena, Ortignano Reggiolo e Castel Focognano hanno prevalso i sì. Stesso esito per la proposta di fusione fra tre Comuni della Garfagnana: il no che ha prevalso a Fosciandora ha reso negativo il risultato finale, nonostante i sì abbiano prevalso a Pieve Fosciana e San Romano in Garfagnana e il sì abbia prevalso in totale con il 52,15% contro il 47,85% del no. Hanno invece espresso parere favorevole in modo inequivocabile alla fusione i due Comuni elbani. Il sì ha prevalso infatti sia a Rio Marina che a Rio nell’Elba con un totale di 60,06% contro i no che si sono fermati al 39,94%. Stesso esito anche a Laterina e Pergine Valdarno in provincia di Arezzo, che hanno detto sì alla fusione con il 53,73% contro i contrari che si sono fermati al 46,26%.
Casucci (Lega Nord): «Hanno vinto i cittadini» «Hanno vinto i cittadini e perso i politici» del Pd, «i nostri appelli alla prudenza nei confronti di questa smodata ‘fusionomania’ del Pd sono stati accolti dai votanti che hanno deciso di non seguire gli esagerati spunti economici che, in diversi, avevano cercato d’inculcare nei residenti nelle settimane prereferendarie». Così il consigliere regionale della Lega Nord Marco Casucci, in merito all’esito del referendum sulla fusione fra i comuni casentinesi di Chiusi della Verna, Bibbiena ed Ortignano Raggiolo. «I cittadini – ha sottolineato Casucci – hanno saggiamente compreso che la fusione non sarebbe stata la panacea a tutti i mali, ed hanno rispedito la proposta al mittente. L’alta affluenza alle urne – ha concluso Casucci – è sintomo dell’interesse dei casentinesi su una tematica che, alla fine, lo ribadiamo, ha premiato i cittadini».
Mugnai (Fi): «Rereferendum pasticcito e e incomprensibile» «E’ ormai chiaro come a Chiusi, ma anche ad Ortignano-Raggiolo, abbia vinto il no, quindi altro, ennesimo, fallimento di progetti di fusione in Casentino – ha commentato il capogruppo Fi in Consiglio regionale Stefano Mugnai, in merito al referendum sulla fusione fra i comuni casentinesi di Chiusi della Verna, Bibbiena ed Ortignano Raggiolo – Eravamo stati facili profeti quando in momenti non sospetti avevamo messo in guardia dal procedere con un referendum pasticciato e incomprensibile. Del resto, questo è ciò che succede a fare percorsi di fusione su misura su questo o quel sindaco». Per Mugnai, «questo è ciò che succede a non avere il coraggio come Consiglio regionale, di fronte alla totale incapacità di trovare una sintesi a livello locale, di formulare una proposta complessiva che tenesse veramente conto della storia e soprattutto del futuro delle comunità interessate. Sarà difficile adesso tornare a parlare seriamente di fusioni in Casentino e questo e’ un peccato».
Parrini e Mazzeo (PD): «Giudizio dei cittadini è positivo» Di visione completamente opposta l’analisi in casa Pd. «Un risultato positivo che ci rafforza nella consapevolezza che le fusioni dei comuni siano un elemento cardine di un’operazione vasta e necessaria di riorganizzazione amministrativa -spiegano in una nota il segretario regionale del Partito democratico, Dario Parrini ed il suo vice, Antonio Mazzeo -. Siamo infatti convinti da tempo del loro ruolo cruciale per la modernizzazione e la semplificazione degli assetti istituzionali; da un lato rispondono all’esigenza di razionalizzazione dall’altro consentono di mettere in campo investimenti e efficientare i servizi. La Toscana si è dimostrata apripista riuscendo a realizzare fin da subito processi aggregativi, affrontando anche percorsi complessi, e tuttora è una delle regioni più virtuose su questo tema. Nel caso dei referendum appena conclusi il quadro che ci arriva va sostanzialmente nella direzione che auspicavamo, con una netta vittoria del sì nel caso di Rio e Laterina Pergine Valdarno, risultati interlocutori negli altri casi, in cui comunque il sì ha primeggiato nella maggioranza dei comuni coinvolti, a riprova che da parte dei cittadini il giudizio sulle aggregazioni è prevalentemente positivo e tenendo conto inoltre che in una situazione si contrapponevano due proposte differenti. Proseguiremo quindi la strada già intrapresa, sempre sostenendo i processi di fusione nell’ottica di un’amministrazione più semplice e funzionale a servizio dei cittadini».