FIRENZE – La Toscana vince per il secondo anno consecutivo la battaglia sul dimensionamento scolastico. L’anno prossimo nessun istituto sarà accorpato.
È l’effetto del decreto legge dello scorso 16 gennaio, che “di fatto riconosce la correttezza della nostra posizione contro gli accorpamenti”, sottolineano con soddisfazione il presidente Eugenio Giani e l’assessore all’istruzione Alessandra Nardini.
Il provvedimento ha dato alle Regioni che non avevano approvato tutto o in parte il numero di accorpamenti imposti dal Governo la possibilità di prevedere una quota aggiuntiva di autonomie scolastiche fino al 2.99% del contingente previsto inizialmente dal Ministero.
“Nell’ultima seduta di Giunta – spiegano Giani e Nardini – abbiamo deliberato di avvalerci della facoltà introdotta dal decreto, pertanto Regione Toscana non è dunque chiamata a fare nessun nuovo accorpamento. Ci teniamo a sottolineare che questo è stato reso possibile dal fatto che nella precedente nostra delibera avevamo approvato un piano di dimensionamento con i 14 accorpamenti imposti da Governo ma anche, contestualmente, la sospensione dello stesso in attesa dell’esito del ricorso al TAR con cui intendevamo contestare il numero di accorpamenti richiesti dal livello nazionale. Viceversa, le Regioni che invece hanno subito accorpato non possono oggi avvalersi di questa opportunità”.
“É facilmente comprensibile – proseguono – quanto sia stata importante, proprio per la salvaguardia della qualità didattica e della tenuta occupazione nelle scuole toscane, la nostra ferma e convinta opposizione alle scelte del Governo Meloni in materia di dimensionamento fin dal primo istante”.
“Questa è la seconda vittoria che – rilevano Giani e Nardini – Regione Toscana, insieme alle altre Regioni guidate dal centrosinistra, mette a segno: lo scorso anno infatti, il Ministro fu costretto a fare marcia indietro attraverso il Milleproroghe riducendo notevolmente i tagli e oggi deve fare lo stesso consentendo alla Toscana perfino di non effettuare nessun accorpamento. Siamo portati a pensare che questa marcia indietro di Valditara sia stata anche indotta dalla consapevolezza che esisteva, per il Ministero, il rischio di un esito sfavorevole dei ricorsi che varie Regioni si apprestavano a fare contestando, come avremmo fatto noi, e come intendiamo fare in futuro se le cifre non saranno riviste, il numero di accorpamenti imposti, basato, a nostro avviso, su un errato calcolo della popolazione studentesca”.
“Infine – concludono il presidente e l’assessora – vogliamo sottolineare quanto sia ridicolo il tentativo di nascondere il passo indietro fatto con la previsione di ‘premialità’ per le Regioni che invece hanno tagliato tutte le autonomie scolastiche indicate da Valditara. Una scelta, quella ad esempio di prevedere solo per alcune Regioni una possibile deroga al numero minimo di alunne/i per classe che appare come una sorta di punizione per altre Regioni come la nostra, che viene fatta scontare a studentesse e studenti”.
Le scuole che per ora non verranno accorpate includono l’Istituto Agrario Anzillotti di Pescia, i comprensivi Tifoni di Pontremoli, Berni di Lamporecchio, Gandhi di Aulla, San Bernardino da Siena, Bagni di Lucca, Don Milani di Orbetello, Massa 6 di Massa, Folgore da San Gimignano, Salutati-Cavalcanti di Buggiano, il Gonnelli di Gambassi Terme (che avrebbe dovuto perdere l’autonomia, mentre l’avrebbe mantenuta il classico Galileo di Firenze), il liceo Marconi di Carrara, l’istituto Don Lazzeri-Stagi di Pietrasanta e i due comprensivi di Follonica.