Vista volutamente da lontano, l’edizione 2016 della Bit (Borsa italiana del Turismo) mi è sembrata sempre più uguale al Festival di Sanremo, che quest’anno si celebrava peraltro proprio negli stessi giorni: il mondo del turismo, come quello della musica, si muove da decenni su altri binari e con altre logiche, ma noi non possiamo e non vogliamo rinunciare ai nostri riti nazionali. Mi auguro, naturalmente, che per gli operatori sia andata meglio e che incontri, trattative e speed meeting abbiano portato buoni frutti ed aumenti di fatturato, ma seguire le notizie provenienti dalla Fiera di Milano mi ha dato esattamente l’impressione di un mondo che vive di se stesso e si autoalimenta, senza volersi minimamente preoccupare di quello che avviene nel mondo reale.
Il punto più alto, quello che mi ha riportato indietro di vent’anni, è stata la conferenza stampa dall’accattivante titolo “La birra fa turismo” della Regione Marche dedicata – alla presenza personale dei “sindaci dei Comuni che fanno parte dell’associazione e per la Regione il dirigente del Servizio Internazionalizzazione, Raimondo Orsetti e il vice presidente del Consiglio regionale, Renato Claudio Minardi – al progetto “Le strade della Birra” e all’Associazione nazionale Città della Birra, con a fare da testimonial la cittadina di Apecchio città di eccellenza della birra conosciuta in tutta Italia e nel mondo. Un meraviglioso, malinconico sapore vintage anni ’90, confermato in ogni riga del comunicato stampa, in cui si dice che la Regione ha coinvolto i Comuni marchigiani, sede di birrifici con lo scopo di costruire una rete che porti a un proficuo sviluppo di tutta la filiera della birra di qualità, secondo itinerari turistici, ecc… ecc…
Il rito italiano si è confermato e consolidato con il lancio di Destination Italia, la nuova società creata da Lastminute.com e Banca Intesa San Paolo che vuole prendere in mano l’offerta turistica italiana e venderla all’estero. Ho perso il conto delle volte in cui progetti del genere sono stati presentati, ma ogni volta si riesce a farlo passare come una novità. Anche il comunicato stampa – «Destination Italia non vuol essere una OLTA (Online Travel Agency), ma intende posizionarsi come un vero e proprio polo leader del turismo incoming, non solo aggregando l’offerta turistica italiana, oggi molto frammentata e in posizione talvolta subalterna rispetto agli operatori stranieri, ma promuovendola e commercializzandola sui mercati esteri, sia direttamente verso i viaggiatori, sia indirettamente attraverso operatori esteri come tour operator, agenzie, OLTA e partner di sistema»– è stato ricalcato per corrispondere perfettamente alla liturgia nazionale…