ROMA – “A meno di non prevedere una riformulazione, siamo di fronte al rischio di veder nascere l’ennesimo ‘centro in mattoni’ per ‘realizzare programmi di ricerca’ sulle scienze della vita, in un contesto nazionale e regionale già ricco di iniziative e soggetti attivi e produttivi proprio sullo stesso tema, da alimentare negli anni a venire bloccando risorse pubbliche che potrebbero essere meglio utilizzate”.

E’ critica, la senatrice a vita Elena Cattaneo, sull’emendamento alla Legge di bilancio che punta a istituire una fondazione chiamata Biotecnopolo di Siena con una dotazione di 37 milioni di euro.

Nasce il Biotecnopolo di Siena. Via libera in commissione. 37 mln di euro per tre anni

La senatrice e scienziata osserva inoltre che “già in passato abbiamo visto assegnazioni di risorse pubbliche alla ricerca basate su scelte arbitrarie, per esclusivo calcolo politico e di consenso, prescindendo da valutazioni e analisi del bisogno. Oggi si rischia di ripetere lo stesso errore”. In alternativa a quanto prevede l’emendamento, a prima firma del senatore Manca, Cattaneo propone: “perché, invece, non prevedere esplicitamente che la nascente Fondazione svolga una funzione di coordinamento della ricerca e si avvalga esclusivamente di strutture esistenti? In questo modo, il suo ruolo – rileva – potrebbe essere quello (virtuoso) di creare legami tra i programmi per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico nell’ambito delle scienze per la vita, messi a punto dalle tante istituzioni di ricerca già esistenti nel territorio toscano”.

Cattaneo osserva infine che “le regole per un buon investimento in ricerca, in grado di produrre valore aggiunto, sono poche e semplici: analisi del bisogno, accesso libero e competitivo alle risorse pubbliche, confronto ad armi pari tra idee e gruppi, valutazioni competenti e trasparenti di più proposte, per assicurare una sana concorrenza”. L’augurio, conclude, è che “la commissione Bilancio, impegnata in queste ore ad analizzare il testo di legge, operi in tal senso, per scongiurare il ripetersi di esperienze anche del recente passato, che questo stesso Parlamento ha ritenuto necessario correggere”.