FIRENZE – L’impegno c’è, non è detto che però basti. D’altronde se dopo quasi due anni siamo ancora a parlare di statuto, risulta difficile credere che la mozione sul Biotecnopolo approvata in Consiglio regionale possa smuovere le acque.
La firma è quella del centrosinistra, con i consiglieri che hanno chiesto al presidente Eugenio Giani e alla giunta di impegnarsi con i ministri competenti “al fine di conoscere le motivazioni che sottendono ai rallentamenti nell’attuazione e nello sviluppo del progetto relativo alla Fondazione Biotecnopolo di Siena, ormai fermo da più di un anno e mezzo, e del Centro nazionale anti-pandemico”.
A favore si è espresso solo il Pd, mentre l’altro partito della maggioranza, Italia Viva, non ha partecipato al voto. “Non serve una mozione – ha affermato Stefano Scaramelli – ma un dialogo con in Governo per capire come calare a terra il massimo delle risorse. Mancano due anni e non siamo nelle condizioni oggettive di poterle spendere”.
A fronte di tutti questi interrogativi che per ora non trovano risposta, ha provato a fare muro Alessandro Capecchi. Il consigliere di FdI ha ribadito come da parte del governo ci sia “la volontà di modificare e revisionare lo statuto attraverso l’introduzione di una figura operativa come quella del direttore generale”.
Quindi ha aggiunto: “Il ministro Schillaci ha dichiarato che c’è la volontà di sostenere questa realtà, nei limiti dei rapporti col territorio e con la comunità scientifica, e di riorganizzare questa complessa macchina come il governo riterrà opportuno. Per questo ci pare che l’Esecutivo abbia già dato ampie rassicurazioni sulle questioni sollevate dalla mozione”.