La polizia americana ha rotto il silenzio che avvolgeva la tragica morte della biologa senese Barbara Giomarelli, deceduta insieme al figlio e al marito nella loro casa di New Market, nel Maryland (leggi). Come riporta l’emittente americana CbsBaltimore è stato il marito Benyamin Asefa a sparare alla moglie al figlio come nei giorni scorsi era stato anticipato dal legale della famiglia Giomarelli, l’avvocato Luigi De Mossi (leggi). Ma la polizia è stata anche in grado di ricostruire lo scenario più plausibile verificatosi nella casa di New Market.

La ricostruzione Circoscritta l’ora dell’omicidio suicidio che è avvenuto tra le 18 e le 20 ora locale di mercoledì 20 novembre. Alle 18, infatti, dall’analisi di un computer trovato all’interno dell’abitazione, risulta che Barbara Giomarelli abbia inviato una mail ad un amico, il cui contenuto è stato definito dalla polizia americana «una normale conversazione». Poi, secondo la ricostruzione, la donna avrebbe accompagnato la bambina al piano di sopra per farle fare un bagno. Qui, le avrebbe raggiunte Benyamin Asefa e sarebbe cominciata la discussione tra i due genitori anche se, come rivela una nota diffusa dall’ufficio dello sceriffo, «non si conoscono i motivi per cui discussero quella sera». Entrambi sono poi scesi al piano terra della casa e in cucina, il marito avrebbe sparato con una pistola 9 mm regolarmente registrata, alla moglie che aveva in braccio il bambino più piccolo. A quel punto l’uomo si sarebbe spostato nel soggiorno vicino e si sarebbe sparato. La bambina sarebbe rimasta per un po’ di tempo nella vasca e poi avrebbe chiamato i genitori. Non ricevendo risposta si sarebbe asciugata e vestita e dopo aver visto la scena al piano di sotto sarebbe corsa dai vicini per chiedere aiuto. 

Non era la prima lite La polizia americana ha anche rivelato di aver appreso nei vari colloqui succedutisi in questi giorni che «in passato c’erano state delle liti tra i due coniugi ma non erano mai state riferite alla polizia». Confermato anche che Benyamin Asefa, immunologo, aveva perso il lavoro il 30 settembre scorso, mentre Barbara Giomarelli, ricercatrice, aveva lavorato fino a febbraio di quest’anno e il prossimo 2 dicembre avrebbe cominciato un nuovo impiego anche se la polizia non sa con precisione dove.