Un solo colpo, partito forse accidentalmente, ha ucciso la biologa senese Barbara Giomarelli e il suo bambino di tre mesi che era in braccio a lei. A sparare il marito Benyamin Asefa nel corso di una lite domestica e in quello che da subito era apparso agli investigatori americani come un caso di omicidio-suicidio (leggi).  A confermare l’ipotesi iniziale è stato Luigi De Mossi, legale della famiglia Giomarelli (guarda), dopo aver parlato con il detective della polizia di stato del Maryland Jim DeWees negli Usa. Il legale specifica che «non è chiaro se il colpo sia partito volontariamente o accidentalmente, l’uomo si è poi suicidato con la stessa pistola.All’origine dell’accaduto – spiega ancora De Mossi – ci sarebbe una lite tra i due coniugi ma nel luogo del delitto non ci sono segni di colluttazione o di violenza domestica».

La bambina ha visto la scena del delitto L’avvocato della famiglia Giomarelli fa anche chiarezza sulla dinamica che ha portato la primogenita della coppia a salvarsi e a dare l’allarme, la bambina di 5 anni non si era nascosta come inizialmente ipotizzato «ma si trovava in bagno – spiega ancora De Mossi -, dopo aver sentito gli spari si è recata nella stanza dove erano i genitori e il fratello ma alla vista della scena è scappata dai vicini dando l’allarme». Sui corpi delle tre vittime sono stati eseguiti gli esami autoptici che avrebbero confermato la dinamica ma, gli inquirenti americani fanno sapere che non riveleranno altri dettagli (leggi) fino a lunedì in quanto nel corso del weekend  vogliono ascoltare i parenti delle vittime.  Intanto il fratello della donna italiana è giunto nelle tarda serata di oggi  nella cittadina di New Market e, secondo quanto si apprende, si sarebbe recato dalla bambina affidata temporaneamente ad una famiglia italiana amica della coppia.
 
Il legale: «Nessuna avvisaglia della strage, è stato fulmine a ciel sereno» «La bambina  è stata affidata momentaneamente ad amici di famiglia italiani residenti a New Market – dichiara De Mossi -. Per il futuro valuteremo di chiedere l’affido al fratello della vittima».  «L’interesse del consolato e della Farnesina – aggiunge il legale della famiglia – è stato fin da subito la tutela dei sentimenti e della sensibilità di questa bambina oltremodo provata». Alla domanda se per caso i familiari avessero in qualche modo avvertito avvisaglie di incomprensioni o litigi tra i due coniugi, il legale ha risposto che «erano una famiglia modello americana, persone estremamente colte e preparate nel loro lavoro e molto attaccate ai figli. E’ stato davvero un fulmine a ciel sereno».
 
La contrada del Nicchio pronta ad accogliere la bambina superstite «La bambina se tornerà in Italia sarà sicuramente accolta e protetta dalla contrada. Abbiamo un fondo di solidarietà che ha come obiettivo quello di assistere anche finanziariamente gli orfani dei nicchiaioli, se questo aiuto verrà chiesto non mancherà di certo». Queste le parole di Paolo Neri, priore della contrada del Nicchio, sulla possibilità che la figlia di Barbara Giomarelli, possa tornare in Italia. Il Nicchio, infatti, era la contrada alla quale la donna era molto legata e lo stesso Neri racconta che «Barbara aveva molte amicizie anche se era partita da tempo per seguire la sua vocazione in una terra meno avara verso i talenti rispetto alla nostra Italia portandosi dietro sempre nel cuore il Nicchio».