Così così i prodotti alimentari, male per il resto. È questo, in estrema sintesi, il bilancio di  Confcommercio Firenze sulle vendite del periodo natalizio. Un bilancio ancora provvisorio, ma già indicativo di un’apertura di anno tutta in salita per il commercio.

Presidente Cursano: «Riflesso disastroso sullo shopping» «Le chiusure imposte dai Dpcm, il maltempo nei pochi giorni di area gialla, poi la paura dei contagi e del futuro, con le famiglie che inevitabilmente giocano “in difesa”: un mix di fattori che ha avuto un riflesso disastroso sullo shopping – spiega il presidente della Confcommercio di Firenze Aldo Cursano – E dire che la gente aveva comunque voglia di gratificarsi e di vivere le feste nel migliore dei modi, dopo un anno durissimo per tutti. Ecco spiegato il buon andamento delle vendite nel comparto alimentare, che in qualche caso ha registrato addirittura un +20% rispetto allo scorso anno, nel caso però di botteghe con clientela residenziale, perché chi lavorava con i turisti ha perso tantissimo. Vini, dolci artigianali e altre specialità servivano ad arricchire la tavola delle feste, ma anche a confezionare cesti natalizi, che quest’anno sono tornati di moda».

Direttore Marinoni: «Male per il settore moda» «Per altri comparti invece è andata male, purtroppo addirittura peggio del previsto – aggiunge il direttore della Confcommercio Toscana Franco Marinoni – Soprattutto per la moda, la mancanza di turisti unita agli altri fattori negativi, inclusa la mancanza di occasioni sociali per sfoggiare nuove mise, si è tradotta in un volume d’affari più basso di percentuali a due cifre. Si va da una media del -70% di novembre al -40% di dicembre, secondo alcuni dettaglianti. In più, la voglia di fare regali, che comunque c’era anche quest’anno, è stata assorbita in larga parte dall’ecommerce: le grandi piattaforme hanno iniziato a spingere le vendite a novembre, quando i negozi di vicinato erano ancora costretti alla chiusura. È stata una competizione impari, dalla quale il commercio di vicinato è uscito con le ossa rotte. Vediamo se si riuscirà a recuperare qualcosa dalle vendite di fine stagione, ma sarà durissimo».

No al rinvio dei saldi Per queste motivazioni, Confcommercio non è affatto d’accordo in un ulteriore rinvio dei saldi, che in Toscana partiranno il 30 gennaio, già in ritardo rispetto agli altri anni. «Non è un caso se la Regione Toscana, in via eccezionale e come già accaduto per i saldi estivi 2020, ha autorizzato le vendite promozionali anche nel mese precedente ai saldi», spiega Marinoni, «è sintomo di un mercato che non va se non fortemente stimolato anche con il fattore prezzo. Posticipare ancora i saldi significa fare ancora una volta il gioco dei colossi dell’ecommerce».