«E’ uno strumento, va capito bene, bisogna dargli gambe, bisogna dargli rinforzo, nel senso della capacità di essere pienamente operativo, pero’ noi abbiamo sempre detto che comunque vada abbiamo la necessità di intervenire su quelle zone grigie in cui non c’è una vera e propria commissione di reato ma comunque vada creano difficoltà ai nostri concittadini. Ecco, il decreto Minniti va in questo senso». Lo ha detto il sindaco di Prato, e delegato dell’Anci nazionale in tema immigrazione, Matteo Biffoni, a margine di un convegno a Palazzo Vecchio a Firenze, rispondendo ad una domanda dei giornalisti che gli hanno chiesto un giudizio sul Daspo urbano, il nuovo strumento dato dal Viminale ai sindaci in caso di delinquenza da parte di cittadini non italiani.
«L’ho già usatoa Prato» «Io l’ho già utilizzato a Prato – ha aggiunto Biffoni – ma so che tutti i nostri colleghi ci stanno lavorando per approfondirne le tematiche. Intanto partiamo, se poi ci sarà da correggerlo in corsa, lo correggeremo, però sicuramente è uno strumento fornisce una modalità nuova in più per chi tutti giorni si confronta con i venditori abusivi, piuttosto che con i parcheggiatori, con ubriachezza molesta, ogni territorio ha la sua peculiarità. In questo sistema avere uno strumento del genere può servire». In generale sulla situazione migrazione in Toscana, Biffoni ha specificato che: «I contatti col ministero degli Interni sono costanti perchè la situazione è complicata. I numeri sono sotto controllo ma è necessario che tutti facciano la propria parte altrimenti rischiamo di non farcela o quantomeno di mandare in difficoltà proprio quelle città, quelle comunità che hanno e stanno facendo la propria parte, e cercano di farlo senza dare troppa tensione ai territori. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti da questo punto di vista a partire da quello che sta facendo il ministero».