C’è bisogno di soldi freschi? Si aumentano le tasse. A parole sono tutti contrari, Destra e Sinistra. Nei fatti, però, è tutta un’altra musica. E così anche la recente alluvione della Lunigiana diventa la giusta causale per ritoccare la benzina. Ma non chiamiamola tassa, per carità. No, è un contributo, non volontario, di solidarietà in favore delle popolazioni colpite. E ce lo vengono a prendere direttamente ogni volta che ci fermiamo al distributore.
La notizia che l’Agenzia delle dogane da oggi e la Regione Toscana dal 1 gennaio hanno deciso di aumentare la benzina con questa formula sinceramente è sconcertante. È facile amministrare così. Basta aumentare la prima tassa che nessuno può eludere, a meno che non si viaggi con l’auto blu, senza pensare che a pagarne le conseguenze sono milioni di cittadini che usano la macchina (quasi tutti) non per passatempo ma per lavoro.
Un’altra cosa che sconcerta poi è che nessuna delle solerti comunicazioni dell’Agenzia e della Regione Toscana ci informa di quali sono i preventivi di entrata da queste tasse aggiuntive. Sarebbe stato un atto di trasparenza far sapere quanto uscirà dalle nostre tasche per verificare poi se effettivamente sarà andato a quei territori purtroppo colpiti dall’alluvione.
Così come sarebbe stato un atto di trasparenza comunicarci se quelle popolazioni pagavano già la famosa tassa sulla bonifiche dei corsi dei fiumi e che fine hanno fatto quelle risorse. Perché mettere tasse è facile, spiegare come vengono spesi quei soldi molto meno. E qualche volta si fa pure finta di dimenticarsi di averle messe. La leggenda vuole (ma poi mica tanto leggenda) che sulla benzina paghiamo ancora una tassa per la guerra in Abissinia. Chissà se tra dieci anni continueremo a pagare quella per le Cinque Terre. Oltre il danno per loro, la beffa per tutti noi.
Ah, s'ìo fosse fuoco …