diaSequestro di beni per 4 milioni di euro a un imprenditore 65enne di origini calabresi che dal 1990 al 2012 ha vissuto in Toscana, a Poggio a Caiano, prima di far ritorno nella terra d’origine. La Direzione Investigativa Antimafia di Firenze questa mattina ha eseguito nelle province di Prato, Ferrara, Cosenza e Reggio Calabria, un decreto di sequestro emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale reggino relativo ad abitazioni, terreni, quote societarie e conti correnti.

Eccessiva sproporzioen tra redditi dichiarati e patrimonio effettivo Sarebbero provenute da truffe su finanziamenti dell’Unione Europea le somme investite in case, terreni ed attività commerciali dall’imprenditore calabrese. I finanziamenti erano chiesti per imprese del settore agroalimentare in Calabria e le domande venivano esaminate dalla Regione Calabria. Ma poi, secondo gli inquirenti, le somme ottenute tramite la Ue venivano ‘distratte’ in investimenti in immobili e attività commerciali obiettivo del sequestro scattato oggi. All’imprenditore sono stati sequestrati, tra l’altro, un casale e terreni intestati a un cognato a Comacchio (Ferrara) ma gestiti di fatto da lui e dal figlio; una villetta e una lavanderia a Poggio a Caiano (Prato); tre abitazioni, un negozio, agrumeti e vigneti a Rosarno (Reggio Calabria); vari conti correnti e polizze assicurative. I beni sarebbero stati intestati anche ad affiliati delle cosche di riferimento della ‘ndrangheta. Per ‘tracciare’ il patrimonio dell’imprenditore, la Dia ha operato ricerche su varie banche dati: alcuni accertamenti avrebbero evidenziato un’eccessiva sproporzione tra i redditi dichiarati dall’uomo e dalla moglie rispetto al patrimonio familiare effettivo, aspetto che ha convinto gli investigatori ad approfondire le indagini.

Affiliato a pericolose famiglie della ‘ndrangheta L’uomo, secondo gli inquirenti, ha assunto nel tempo  un ruolo di primo piano diventando il referente economico-finanziario di vari esponenti della criminalità organizzata calabrese, alcuni dei quali ai vertici delle più pericolose matrici ‘ndranghetiste. Dall’esame di altre indagini giudiziarie, delle frequentazioni, dei legami di parentela, degli interessi societari nonché della documentazione fiscale e bancaria, l’uomo è indiziato di appartenere alle associazioni criminali con la “specializzazione” criminale di riciclare notevoli somme di denaro.