Anagrafe canina, pet therapy, soccorso animale, benessere nei canili, soccorso alla fauna in difficoltà. Tutto questo, e anche altro, nel “Piano regionale tutela e benessere animale 2017-2018”, approvato dalla giunta regionale nel corso dell’ultima seduta. Per sostenere questo progetto, la Regione riconosce un finanziamento di 183.000 euro all’azienda sanitaria Toscana centro, la cui struttura organizzativa di Igiene urbana veterinaria è individuata quale struttura di supporto della Regione Toscana fin dal Piano sanitario 2005.

Il benessere animale Negli anni, l’impegno della Regione sul fronte della tutela e del benessere degli animali è andato crescendo, con il supporto della Asl di Firenze (ora azienda sanitaria Toscana centro), in particolare per la funzione di coordinamento e aggiornamento delle attività di anagrafe canina e controllo del randagismo. Una collaborazione che si è sviluppata a perfezionata anche in ambito nazionale. Parallelamente, si è andata evolvendo la domanda, in accordo con l’accresciuta sensibilità collettiva verso i temi della tutela animale e della corretta coesistenza tra uomo e animali.

Soccorso alla fauna in difficoltà Una novità è il coordinamento del servizio di soccorso della fauna in difficoltà. La riorganizzazione dei servizi in Area vasta e la riallocazione di alcune funzioni provinciali (relative ad ambiente, agricoltura e gestione e tutela della fauna) all’amministrazione regionale, ha infatti determinato la naturale evoluzione della gestione della fauna anche sotto l’aspetto sanitario. In particolare, la Regione (con la delibera 810 del 2016) ha affidato alle aziende sanitarie il coordinamento del servizio di soccorso della fauna in difficoltà. Nel Piano, si individuano come azioni essenziali quelle di informare e educare il cittadino sul corretto approccio con la fauna selvatica ferita o in difficoltà, con particolare riferimento ai nuovi nati, anche per evitare di sovraccaricare il servizio di soccorso con prestazioni non necessarie o improprie. La crescente e costante presenza di animali selvatici nel contesto urbano – si dice nel Piano – richiede un nuovo approccio metodologico, anche in termini di igiene urbana veterinaria, nei confronti di quella che a tutti gli effetti si può definire “fauna urbana”.