PONTICELLO – Il 23 luglio 2014, dopo oltre due anni e mezzo dalla tragedia, il relitto della Costa Concordia lasciò definitivamente l’Isola del Giglio per compiere il suo ultimo viaggio, direzione Genova ed essere smantellato.

Quell’operazione, al tempo ritenuta quasi impossibile da realizzare e una delle imprese di ingegneria più grandi mai compiute, ha fatto scuola. Un nome su tutti, insieme ai tecnici, ai professionisti che quell’operazione la studiarono e portarono dalla carta alla pratica, quello del ‘salvage master’ il sudafricano Nick Sloane a cui fu affidato il compito di trasformarla in realtà.

Oggi, a distanza di dieci anni, quell’impresa titanica possiamo dire che ha fatto scuola, ha creato un precedente che, nella drammaticità delle tragedia in cui è avvenuta con la morte di 32 persone, non può che tornare alla mente di fronte ad un’altra tragedia, quella dell’affondamento del Bayesian davanti alla Sicilia.

Il Bayesian, il gioiello della cantieristica italiana costruito a Viareggio che giace a 50 metri di profondità (agenziaimpress.it)

E a parlare, dalle pagine de La Repubblica, è proprio Sloane che quantifica il costo dell’operazione in poco meno di 15 milioni di euro.

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Secondo il comandante, per capire di preciso cosa sia accaduto, è necessario che la nave venga riportata in superficie. “La nave va recuperata così com’è, in un pezzo solo, cercando di mantenerla intatta il più possibile”, ha aggiunto. E l’albero alto 75 metri? “Quello si può tagliare, insieme ai suoi tiranti e al sistema delle vele. Si può lasciare lì o portare su molto velocemente”.

In concreto, secondo Sloane, innanzitutto si devono fissare delle chiatte sulla superficie così da poterci installare sopra delle grandi gru, “proprio come quelle usate per la Concordia”. Su tale grade piattaforma dovrà essere organizzato un sistema che “prevede anche navi di supporto per le immersioni”. Con i mezzi e gli investimenti giusti, una simile operazione può essere avviata in una decina di giorni”.

A questo punto le gru inizierebbero a sollevare la barca dal fondale. “Si tratta dell’operazione più delicata e deve essere fatta molto, molto lentamente – ha sottolineato Sloane -, perché la Bayesian è piena d’acqua. Una volta sulla superficie, ci vuole anche una chiatta speciale su cui posizionare la barca per poi portarla a terra”.

Visto che si devono prendere tutte le cautele del caso e che si deve agire lentamente, secondo il comandante le gru potrebbero metterci anche un paio di giorni per recuperare l’imbarcazione. Altro fattore fondamentale è l’aspetto meteorologico: “L’importante è che quando la barca arriva finalmente in superficie il mare sia calmissimo, quindi bisogna studiare bene il meteo”.

Sloane ha aggiunto che, oltre ai macchinari, serviranno circa 40 sub, con attrezzature speciali per restare sottacqua a lungo: “Poi ovviamente ci vorranno anche i tecnici sulle imbarcazioni. In Italia ci sono tutte le professionalità necessarie per gestire l’operazione”.

Ben altri numeri furono quelli del recupero del relitto della Costa Concordia all’Isola del Giglio.

A seguito del naufragio furono spesi circa 1 miliardo e 500 milioni di euro. La nave che era costata 450 milioni di euro fu rimborsata dal gruppo assicurativo Aon per 380 milioni.

Il ripristino ambientale dell’Isola del Giglio è costato 893 mila euro mentre le operazioni di rimozione del relitto ben 477 milioni di euro. La demolizione 100 milioni di euro. La spesa totale per il progetto è stata di 610 milioni di euro, di cui 370 milioni spesi in Italia, con un Pil generato di circa 765 milioni di euro e più di mille lavoratori coinvolti. Le varie compagnie di assicurazione risarcirono per oltre 1 miliardo di euro i feriti nell’incidente e i familiari delle 32 vittime.

 

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