Una spesa media alimentare in Toscana di 449,79 euro al mese, e con il solo equivalente dello spreco si permetterebbe a ben 1.500 famiglie di mangiare un anno. Sono infatti novanta i chilogrammi di cibo sprecato annualmente da ogni cittadino toscano. In totale fanno 340mila le tonnellate di alimenti buttati nel cestino annualmente, pari ad un valore di 3,75 milioni di euro. Numeri che allarmano e che hanno bisogno di politiche adeguate per ridurre il dato pro capite dello spreco alimentare in Toscana. A sottolinearlo sono la Cia e l’Associazione nazionale pensionati della Toscana che oggi a Firenze, hanno presentato una pubblicazione dal titolo “La cucina degli avanzi – attraverso le ricette contadine”; una prima iniziativa in un percorso fra i cittadini-consumatori che deve portare ad una consapevolezza maggiore sul tema degli sprechi a tavola.
«E’ dall’abbondanza e dalla mancanza di cultura che nasce e si alimenta lo spreco e il poco rispetto per il cibo – commenta Enrico Vacirca, segretario ANP Cia Toscana -; è proprio dagli avanzi, invece, che sono nati i piatti che rappresentano la tradizione culinaria della Toscana. Con questa ricerca e questa pubblicazione vogliamo contribuire a non sprecare il cibo, e rendere tutti un po’ più consapevoli»
In Toscana – leggermente sotto alla media nazionale con uno spreco pro capite di 94 kg/anno – il 38 per cento dei consumatori butta via alimenti scaduti o andati a male meno spesso di una volta al mese; il 42 per cento una volta al mese; il 17 per cento ogni settimana; mentre il 3 per cento ogni giorno (in Italia 8 %). Mensilmente vengono buttati in pattumiera in Toscana 28 euro di cibo a persona (media Italia 28,6 €).
«C’è bisogno – afferma Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana – di maggiore consapevolezza da parte di tutti continuando a lavorare seriamente sullo sviluppo e l’implementazione di programmi di prevenzione dei rifiuti e sostenendo tutte le iniziative pubbliche e private per il riciclo e la donazione dei prodotti alimentari invenduti e contro lo spreco. Le cifre ancora alte degli sprechi alimentari non sono solo una vergogna da un punto di vista socio-economico, ma anche da quello ambientale: basti pensare, infatti – conclude Pascucci -, che una sola tonnellata di rifiuti organici genera 4,2 tonnellate di Co2. In questo senso la recente legge sullo spreco alimentare – approvata in Senato lo scorso 2 agosto – è un fatto in avanti molto positivo».
I cibi più sprecati – A livello domestico fra i prodotti acquistati si sprecano il 17 per cento degli ortofrutticoli; il 15 per cento di pesce; il 28 per cento di pasta e pane; il 29 per cento di uova; il 30 per cento di carne e 32 di latticini.
Abitudini di acquisto – Il 42 % della popolazione non è a conoscenza degli ingenti sprechi di cibo a livello globale; il 50 % si limita allo stretto necessario; il 47 % compra di più di quello che serve; 2% compra molto di più di quello che serve. Purtroppo in Italia il 13 % delle famiglie dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni.
LA CUCINA DEGLI AVANZI – «E’ una ricerca per valorizzare e promuovere la cultura della riutilizzazione degli avanzi del cibo – sottolinea Vacirca – nell’ottica di non sprecare e di avere comunque prodotti tipici e di qualità. La ricerca bibliografica ha avuto come oggetto l’indagine sulla storia della cucina degli avanzi e di alcune ricette tradizionali delle aree rurali di cui gli avanzi della cucina sono componenti principali. Obiettivo della ricerca è far conoscere come, anche dagli avanzi di cucina, si possano fare altri piatti di interesse gastronomico e di qualità oltre che culturale. Finalità del progetto è quella di diffondere una cultura che mira a non sprecare il cibo».
Ricette e racconti – Nella pubblicazione – realizzata con il contributo della Regione Toscana – possiamo trovare gustose ricette della tradizione contadina toscana, facilmente realizzabili anche a casa con i cibi altrimenti destinati alla pattumiera. Cibi ancora buonissimi che possono dare vita a piatti sani e appetitosi. Dalla frittata di pane di casa alla ribollita, passando per la zuppa alla frantoiana e alla pasta pizza; senza dimenticare i ravioli del giorno prima e le polpette con gli avanzi di carne.
E la presentazione della pubblicazione “La cucina degli avanzi” si è conclusa con una degustazione di piatti realizzati con i prodotti spesso destinati allo scarto, a cura dell’agrichef livornese Lia Galli.