«Questa è una giornata importante che riesce a mettere insieme valori cristiani e valori civili che si sublimano nell’arte, anche perché la stessa città di Asciano sente la necessità di onorare il percorso di vita e artistico di un suo figlio illustre, Domenico di Bartolo Ghezzi». Così il critico d’arte Vittorio Sgarbi nel corso della Lectio Magistralis tenuta in occasione della inaugurazione al pubblico della mostra “Domenico di Bartolo Ghezzi. Cronache di Misericordia” (Palazzo Corboli, fino all’11 agosto).
«È giusto – ha detto – ammirare le sue opere in questa città, di per sé già ricca di opere d’arte e musei, anche se non ce ne sono più ma da qui sono finite in tutto il mondo, in musei prestigiosi a Washington, Philadelphia, Princenton, ma anche Perugia e, naturalmente, a Siena. Pertanto, questa mostra non può finire ed ha il suo naturale sviluppo là dove Di Bartolo ha realizzato i suoi capolavori, in quello Spedale del Santa Maria della Scala dove realizzò il ciclo di affreschi nella sala del Pellegrinaio, e dove si riconosce un artista di prima grandezza».
Prima del critico d’arte erano intervenuti Luca Barbi e Franco Sartini per la Pro Loco che ha ideato il progetto “5 Talenti per Asciano città d’arte”, il sindaco di Asciano Paolo Bonari che ha voluto ricordare come la mostra sia nata «dalla volontà di promuovere questa nostra città d’arte e grazie al contributo fattivo del volontariato che si è speso per la sua realizzazione». Mentre Enrico Toti e Cecilia Alessi avevano spiegato il percorso espositivo e le opere presenti e Mario Ascheri aveva tracciato un rapido profilo del paese del Garbo nel Quattrocento.
Tra le opere di Domenico di Bartolo in mostra “La Madonna dell’umiltà”, suo capolavoro indiscusso, grazie al prestito della Pinacoteca Nazionale, e la “Madonna Assunta”, dei Conservatori Femminili Riuniti di Siena. Ma l’esposizione suggerisce anche le radici del percorso artistico di Domenico, i suoi riferimenti, gli esiti della sua pittura, il suo rapporto d’ispirazione con la scultura contemporanea. In questo senso è esposta la poco nota “Madonna col Bambino”, proveniente da Villa a Sesta, di Jacopo della Quercia, da cui il “pictore dasciano” fu senz’altro influenzato, e la “Madonna col Bambino” di Luca della Robbia, proveniente da Foiano della Chiana. Con l’occasione è stato realizzato anche un video che descrive le opere e i paesaggi cui venne ispirato l’artista, mentre il volume di Augusto Codogno, che funge da catalogo della mostra, “Domenico di Bartolo, una vita artistica tra luci e ombre” ha definitivamente riconosciuto il legame tra l’artista e la sua citta natale, Asciano. «Libro fondamentale e forse il primo dedicato a questo pittore in termini così monografici», ha sentenziato Vittorio Sgarbi.
La mostra resterà aperta a Palazzo Corboli fino a venerdì 11 agosto, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Informazioni e prenotazioni al 0577 719524.