Una gaffe rimediata a metà quella che ha visto coinvolto Palazzo Vecchio a Firenze nelle scorse ore che attraverso il proprio sito ufficiale ha indetto un bando, poi annullato, alla ricerca di un fotografo che coprisse nei prossimi tre anni il servizio di ufficio stampa delle immagini del Calcio storico fiorentino. Nell’avviso il Comune apriva le selezioni per un fotografo con partita Iva per seguire la copertura fotografica di 12 eventi in città, tra cui il Calcio storico, lo scoppio del Carro e i cortei. Ma, resa pubblica, la notizia, sono scoppiate le polemiche con una petizione indirizzata al sindaco e al Ministro del Mibact Dario Franceschini e l’annuncio di una interrogazione comunale.
«Nessun costo a carioc dell’amministrazione» Ma cosa prevedeva il bando? Il fotografo sarà «senza nessun costo a carico dell’amministrazione – si legge nell’avviso pubblico sul sito di Palazzo Vecchio – tuttavia dando agli stessi la possibilità di prendere parte senza limitazioni/accrediti che si rendono necessario in altro modo e specificamente senza alcuna limitazione d’accesso in via esclusiva nell’ambito del Torneo di San Giovanni». E con la possibilità di inserire nel proprio curriculum la dicitura: “Fotografo ufficiale Tradizioni popolari fiorentine” nonché di vendere quelle foto ad altri come freelance, previa autorizzazione. In pratica non erano previsti compensi economici, per un lavoro dalla durata triennale, ma non continuativa. Come un freelance, in pratica. Al fotografo scelto sarebbe stato garantito l’accesso agli eventi, e, nel caso del Calcio Storico, due biglietti omaggio per due collaboratori. A lanciare il bando era stato l’Ufficio Tradizioni popolari fiorentine “considerato che ad oggi non esistono figure ufficiali del Corteo della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico”. Un modo per Palazzo Vecchio di avere fotografie delle sue manifestazioni senza doverle chiedere a fotografi esterne e perdersi in liberatorie e autorizzazioni. Con uno scambio, che avrebbe permesso al fotografo prescelto di fregiarsi del titolo di immortalatore ufficiale degli eventi storici fiorentini e di poter usare quegli scatti anche altrove. Ma sempre autorizzato dal Comune.
Il consigliere Grassi annuncia interrogazione in Consiglio «Il messaggio che il bando voleva lanciare – dicono ora da Palazzo Vecchio – non è stato capito. Non deve passare il messaggio che il lavoro possa essere gratuito». Ma che requisiti doveva avere il candidato fotografo per partecipare? «Deve essere un professionista con partita Iva, in possesso di polizza assicurativa professionale per la copertura di tutti gli eventuali danni a persone o a cose». Nel conteggio dei punteggi era importante il curriculum, che vale 60 punti ma anche le collaborazioni pregresse con il Comune di Firenze che varranno 20 punti, più dei 10 degli anni di attività e delle specializzazioni. Il fotografo – si leggeva ancora nel bando – potrà pubblicare le foto sul suo sito personale, ma sempre citando il Comune oppure usarle per motivi diversi da quelli previsti o utilizzarle per iniziative commerciali, se richieste, ma sempre con l’autorizzazione di Palazzo Vecchio. Il termine ultimo per inviare la propria candidatura è il 19 aprile 2017. Ma le polemiche sono subito scoppiate. Il consigliere comunale Tommaso Grassi ha annunciato di voler presentare un’interrogazione in consiglio comunale: «Il bando del Comune assomiglia più ad un annuncio del tipo ‘AAA Cercasi gratis professionista con partita Iva: cosa è? La nuova frontiera del Comune?» ha sottolineato Grassi. In serata il dietrofront con Palazzo Vecchio che ha deciso di annullare il bando da venerdì scorso presente sul suo sito.