Un imprenditore livornese di 70 anni, residente in provincia di Pisa, a seguito di un’ordinanza del Gip eseguita dalla Guardia di Finanza di Livorno, è stato raggiunto da un provvedimento di divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e a ricoprire incarichi direttivi in imprese perché accusato di bancarotta fraudolenta patrimoniale con distrazione di 2,7 milioni.
L’inchiesta Le indagini, dirette dalla procura di Livorno sono scaturite dagli sviluppi di una verifica fiscale eseguita dai finanzieri nei confronti di una società di Livorno del settore del commercio di autovetture e sottoposta alla procedura di concordato preventivo, omologato dal tribunale nel gennaio 2015, di cui l’imprenditore è stato amministratore unico fino al 30 dicembre scorso.
Distrazione di denaro per circa 2,7 milioni La complessiva distrazione di denaro per circa 2,7 milioni di euro appurata dalla Gdf sarebbe avvenuta a partire dal 2006 secondo tre linee di condotta illecita. La prima riguarda il mancato incasso di crediti per circa 2 milioni della società sottoposta a concordato nei confronti di tre imprese, anch’esse riconducibili al settantenne. La seconda contestazione dei finanzieri riguarda la distrazione di 324 mila euro prelevati in più tranches senza giustificazione contabile. All’anziano imprenditore infine è stata contestata la distrazione di 365 mila euro giustificati come compensi per l’amministratore, erogati però senza delibera assembleare e in violazione del tetto massimo di 40 mila euro prevista nel concordato. Per tutelare i creditori nell’ambito della procedura concordataria, il Gip ha anche disposto nei confronti dell’uomo il sequestro preventivo del 50% della quota di un appartamento (dal valore complessivo di 252 mila euro) e del denaro sui conti correnti e i depositi titoli sia personali che delle tre società che hanno beneficiato dei prestiti.