SIENA – “Auguro un buon lavoro al nuovo amministratore delegato ma incomincino a dirci le ragioni per il quale è stato sostituito Bastianini”.
All’indomani dell’allontanamento di Guido Bastianini dalla plancia di comando di Banca Mps, il sindaco Luigi De Mossi ha chiesto chiarezza sull’accaduto. “Quali sono le ragioni per le quali Bastianini è stato sostituito? E’ stato un amministratore capace ed efficace nell’azione di salvaguardia del bilancio oppure no? Queste sono le domande che ci dobbiamo porre – ha evidenziato il primo cittadino -. Oppure le logiche sono altre, che non hanno nulla a che vedere con i bilanci e con la gestione della banca?”.
Domande che De Mossi ha rivolto al Tesoro, che ha dato il là alla rimozione dell’amministratore delegato dall’incarico per far posto a Luigi Lovaglio, e all’Europa. “Credo ci sia la necessità di un dialogo per sapere quale è l’intenzione del Governo e della Bce, che è silente ma che mi sembra abbia molto chiara la strategia a cui si deve andare incontro – ha sottolineato il sindaco -. Necessario sarà il rispetto di un territorio che ha dato tanto al mondo bancario, delle logiche occupazionali e del patrimonio immobiliare”.
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Chiarimenti richiesti anche dai sindacati, allarmati dalla possibilità che il nuovo corso di Montepaschi significhi un prezzo alto per i lavoratori. “Guido Bastianini è stato trattato come un eversivo. Ha due soli difetti: è una persona per bene ed è professionalmente capace. Confido nel buon senso e nelle indubbie capacità del Mef, primo azionista di Mps, per risolvere una difficile situazione che riguarda 20.000 dipendenti, le loro famiglie e più di 4 milioni di clienti”, ha scritto su Twitter Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi.
“No ad un nuovo piano industriale che contenga sacrifici a senso unico e no ad esuberi con logiche industriali: è quello che diciamo fin da subito al nuovo amministratore delegato di Mps e al Mef”, ha aggiunto Federico Di Marcello della Fisac Cgil, che poi ha precisato: “Se qualcuno pensa di chiudere la direzione generale a Siena si sbaglia; non accetteremo che questa banca venga smembrata e ribadiamo il nostro no all’ipotesi spezzatino”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Riccardo Colombani della First Cisl: ““L’ossessione della riduzione del cost/income non può essere alla base delle decisioni che verranno prese sul Monte dei Paschi di Siena. La politica di austerity ha aggravato i problemi della banca anziché risolverli”.