SIENA – Le tempistiche di approvazione del piano industriale di Banca Mps restano indefinite. E lo stesso concetto si può applicare all’aumento di capitale.

“Per quel che concerne le discussioni con Bce e Dg Comp – ha affermato l’istituto di credito in una nota -, allo stato non è ancora possibile ipotizzare alcuna previsione temporale per la conclusione dell’iter autorizzativo del piano. Il completamento è indispensabile per l’avvio delle attività propedeutiche all’aumento di capitale, la cui tempistica è a sua volta fondamentale per l’esecuzione del collegato piano di funding in tempi coerenti con la decisione del Srb”.

In pratica si tratta di passaggi concatenati l’uno all’altro. Nonostante siano passati oltre due mesi dalla presentazione, l’Europa ancora non si è espressa. Rocca Salimbeni al tempo aveva precisato che il documento, relativo al quadriennio 2022-2026, avrebbe anche potuto subire modifiche. Se il via libera al piano è prioritario, centrale è anche l’entità della ricapitalizzazione. Montepaschi recentemente ha smentito che la cifra necessaria fosse di 3,5 miliardi. La barra per ora resta quindi fissa ai 2,5 miliardi messi nero su bianco, che chiaramente andranno trovati in buona parte sul mercato per evitare infrazioni sulle regole di aiuti di Stato.

Nella nota non è presente invece alcun riferimento al negoziato con Bruxelles per l’uscita del Tesoro dal capitale azionario di Mps. La nuova scadenza potrebbe essere posizionata tra 18-24 mesi.