MILANO – L’indagine dei crediti deteriorati di Banca Mps si allarga. La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati altre 7 persone, tra le quali figurano tre ex presidenti, Massimo Tononi, Alessandro Falciai e Stefania Bariatti, e l’ex amministratore delegato Marco Morelli.

L’inchiesta riguarda la non corretta contabilizzazione di questi strumenti finanziari e i pm Giovanna Cavalleri e Roberto Fontana hanno esteso gli accertamenti fino al 2017, contestando i reati di falso in bilancio e manipolazione del mercato e chiedendo di prorogare le indagini. La richiesta è stata inoltrata al gip Guido Salvini, che aveva respinto l’archiviazione. Tra i nuovi indagati figurano anche gli ex dirigenti Daniele Bigi, Arturo Betunio e Nicola Clarelli, che erano preposti “alla redazione dei documenti contabili societari” dell’istituto di credito senese. Il provvedimento aveva già raggiunto gli ex vertici, Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori, indagati per falso in bilancio.

Nella maxi-perizia, redatta dai periti Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini, era emerso che tra il 2012 e il 2015, Mps non aveva contabilizzato tempestivamente nei propri bilanci rettifiche su crediti per complessivi 11,42 miliardi di euro, pari a 7,766 miliardi al netto dell’effetto fiscale. Cifra “di importo pressoché analogo” agli 8 miliardi chiesti al mercato con gli “aumenti di capitale avvenuti fra il 2014 ed il 2015”. Nel 2019 il gip aveva respinto la richiesta di archiviazione dei pm Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici e aveva ordinato nuove indagini.

Nel frattempo, gli altri tre pm, che si erano occupati precedentemente dell’inchiesta, risultano indagati a Brescia per omissione di atti d’ufficio, sulla base di denunce e anche nei confronti di consulenti della Procura, per la gestione di questo filone e, pare, anche del cosiddetto ‘Mps 2’ sul caso derivati quando la banca era guidata sempre da Profumo-Viola-Salvadori.