D-day a Siena. Dove la ‘D’ sta per Discontinuità. Finisce oggi, l'era Mussari e inizia quella del tandem Profumo–Viola. Per la città e per la terza banca d'Italia è un importante giorno di passaggio di testimone. Da stamani, infatti, è in corso l'assemblea dei soci della banca più antica d'Europa (anno di fondazione 1472), nell'auditorium di viale Mazzini a Siena, che prevede l'approvazione del bilancio di esercizio 2011 e l'insediamento degli organi statutari per il triennio 2012-2014. Nel nuovo consiglio di amministrazione siederanno per la prima volta Alessandro Profumo, in qualità di presidente, e Fabrizio Viola quale amministratore delegato, il primo nella storia secolare dell'istituto.
Approvato il consiglio di amministrazione L'assemblea dei soci, dopo aver votato la conferma a 12 componenti del Cda e di due vicepresidenti, ha proceduto nel pomeriggio alla elezione del nuovo organismo. Nessuna sorpresa. Con il 98% dei consensi dell'assemblea faranno parte del board di Rocca Alessandro Profumo (presidente), componente della lista della Fondazione Mps con Fabrizio Viola (attuale direttore generale e futuro amministratore delegato), Paola Demartini, Tania Groppi, Angelo Dringoli e Marco Turchi (vicepresidente). Entrano per la lista di Lorenzo Gorgoni Unicoop Firenze e Finamonte S.r.L., Turiddu Campaini (confermato ed eletto vicepresidente), Alberto Giovanni Aleotti, Michele Briamonte, Lorenzo Gorgoni (confermato) e Pietro Giovanni Corsa. Per la lista presentata dalla AXA S.A. entra Frederic Marie de Courtois d'Arcollieres (confermato).
Approvato consuntivo 2011 Dopo molte ore di discussione e interventi intorno alle 15.00 è stato approvato il bilancio consuntivo relativo all'esercizio 2011 che, come anticipato qualche settimana fa a Milano agli analisti finanziari (leggi), ha fatto registrare perdite per 4.69 miliardi di euro. L'assemblea si è espressa a maggioranza. Si erano iscritti a parlare sul punto all'ordine del giorno 79 azionisti, ognuno aveva cinque minuti di tempo. Tra gli interventi anche quello dell'associazione dei soci-dipendenti (Adamp) e dell'associazione piccoli azionisti 'Buongoverno' che hanno annunciato il voto negativo sul bilancio. I giornalisti sono stati fatti accomodare nella sala stampa con la possibilità di seguire i lavori dagli schermi a circuito interno. All'ingresso dell'assemblea anche le telecamere della trasmissione di Rai3 Report della Milena Gabanelli.
L’addio di Mussari «A Profumo e Viola in particolare formulo i miei migliori auguri. Sono certo che la banca sarà da oggi in mani solide e capaci – ha detto Giuseppe Mussari nel suo ultimo intervento da presidente -. Sono consapevole di passare il testimone a persone che continueranno a lavorare con l'obiettivo di dare al Monte dei Paschi una solida prospettiva di crescita». «Lo scenario di mercato eccezionalmente difficile, che ha condizionato l'industria finanziaria nel 2011, ha avuto inevitabili ripercussioni anche sull'attività del Gruppo Monte dei Paschi – ha proseguito Mussari -. Ne hanno risentito i risultati economici, penalizzati dall'impossibilità di trasferire proporzionalmente e con tempestività l'aumento del costo del funding sul rendimento degli attivi fruttiferi e dalla riduzione degli impieghi, mentre il costo del credito ha registrato un progressivo peggioramento. Il Gruppo ha utilizzato ogni leva agibile per contrastare i pesanti effetti negativi di questa situazione».
«Qualche rimpianto e nessun rimorso» I ricavi complessivi, superiori a 5,5 miliardi, hanno evidenziato una lieve flessione (-1,2%) rispetto all'esercizio precedente. All'interno, il margine di interesse scende del 2,4% e le commissioni nette del 6% sul 2010, mentre il risultato netto da negoziazione/valutazione delle attività finanziarie evidenzia un contributo in crescita rispetto ai valori negativi del 2010. A causa dell'aggravarsi della crisi economica, le rettifiche su crediti sono peggiorate del 13,4%, mentre le rettifiche per deterioramento di attività finanziarie sono state penalizzate dalla svalutazione su titoli soggetti ad impairment. È questo il quadro di bilancio conclusivo con cui Mussari ha chiuso definitivamente il suo mandato. Una situazione non facile per l’istituto di credito senese. «Occorrerà – ha detto Mussari – continuare ad assumere decisioni importanti e talvolta difficili: altri lo faranno. Con il bilancio 2011 si chiude infatti un ciclo, con qualche rimpianto ma nessun rimorso, perché il riferimento di ogni scelta è sempre stata la volontà di agire nell'esclusivo interesse della banca».
Il ruolo della Fondazione Nel suo intervento Giuseppe Mussari ha anche ricordato il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, azionista di riferimento, che «ha sempre agito nei nostri confronti in modo costruttivo, e di ciò ringrazio i suoi organi e il presidente Mancini». Entrando all'assemblea degli azionisti, lo stesso presidente Mancini aveva detto che «il ruolo della Fondazione rimarrà centrale all'interno della Banca». Negli stessi momenti, ma in palazzo pubblico, il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, in risposta ad una interrogazione ha detto che «il compito della Fondazione Mps è valutare e poi, eventualmente, riferire agli enti nominanti (Comune e Provincia di Siena, NDA), la sussistenza di ogni eventuale azione nei confronti dei propri nominati nel cda di Banca Mps». Ma, ha precisato il primo cittadino, «mettere in atto eventuali azioni di responsabilità sulla gestione è atto estremamente complesso da un punto di vista giuridico. C'è tutto il tempo e modo per dare risposte a queste domande attraverso adeguate valutazioni, e ciò rimane all'interno dei rapporti tra Fondazione e Banca». L'interrogazione del consigliere di opposizione, Enzo De Risi, eletto con le liste civiche ma che ha votato con la maggioranza nella mozione della precedente seduta sulla Fondazione Mps, chiedeva di valutare la possibilità di intraprendere un'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori della Banca Mps. Il Sindaco ha risposto che non spetta a lui.
«Monte torni a produrre utili» Intorno alle 14.00 è intervenuto in assemblea il presidente di Fmps, Gabriello Mancini (scarica in allegato il testo integrale) «L’Ente che io rappresento ha sempre appoggiato concretamente, non a parole, ed anche con fiducia, le scelte operate dal Consiglio. Confidando che, nel medio termine, potesse essere ripagato con frutti concreti di quanto seminato. Ora dobbiamo essere sinceri: questi frutti, negli ultimi anni, sono mancati. Dopo tanti e ingenti sforzi, oggi è pertanto assolutamente improcrastinabile un effettivo rilancio del Monte e il ritorno a una maggiore e più solida stabilità e redditività che porti a una più adeguata politica di remunerazione del capitale investito dagli azionisti; azionisti che – lo si era detto, con forza, anche lo scorso anno – certamente non dispongono di risorse illimitate. Affinché la Fondazione possa, negli anni a venire, onorare i propri impegni e svolgere la propria funzione di ente non profit che agisce a sostegno del territorio di riferimento, è fondamentale che il Monte torni quanto prima a produrre e quindi a distribuire utili».
Risultati deludenti nel 2011 «Il bilancio di fine mandato che siamo oggi chiamati ad approvare – ha detto Mancini – evidenzia nel complesso dei risultati deludenti. Dal conto economico si riscontra una diffusa debolezza delle componenti di ricavo ricorrenti, costi operativi superiori alle attese, elevate rettifiche su crediti (anche a causa di un ulteriore peggioramento della qualità degli impieghi). In particolare, tale debolezza si riscontra soprattutto sul quarto trimestre, a fronte di risultati dei principali competitors. Dal punto di vista patrimoniale, non si può non rilevare – a fronte di un miglioramento dei ratio di vigilanza portato dall’aumento di capitale dello scorso giugno – una drastica riduzione del Patrimonio Netto: da oltre 17 miliardi di Euro a meno di 11 miliardi, a causa sì dell’impairment test su avviamenti e altri intangibili per quasi 4 miliardi e 700 milioni di Euro, ma anche di perdite latenti su Titoli di Stato italiani».
Piano industriale ormai obsoleto «Il Piano Industriale 2011-2015 presentato dal management della Banca nell’aprile 2011 e preso a riferimento dalla Fondazione per implementare la sua adesione all’aumento di capitale prevedeva oltre 2 miliardi di dividendi entro il 2015, immaginava un Paese in crescita, sia pure contenuta, nei prossimi anni e non prendeva in considerazione la crisi del debito sovrano. Possiamo quindi affermare che tale Piano sia ormai obsoleto. Il management della Banca ha reso noto al mercato che, come da tempo auspicato dalla Fondazione, il Piano a breve sarà profondamente rivisto in modo da poter rispondere – pur senza contemplare ulteriori aumenti di capitale – alle richieste dell’EBA, e darà priorità a un’ulteriore ristrutturazione organizzativa ed operativa. Questa revisione è assai importante, ma non esime la Banca – a parer nostro – dalla presentazione, entro breve, di un Business plan completamente nuovo che delinei le strategie dei prossimi anni tenendo conto dell’evoluzione del contesto economico e sociale in cui la Banca si troverà ad operare», ha detto nel corso del suo intervento il presidente della Fondazione Mps.
Ridurre compensi degli amministratori Il presidente Mancini, poi, ha chiesto una maggiore patrimonializzazione del Gruppo («senza la quale non vi potrà mai essere quella continuità di crescita»), una migliore gestione del credito, una severa revisione di tutte le spese secondo una logica di assoluto contenimento e un’attenta opera di controllo e ulteriore riduzione dei costi. Ha annunciato poi che proporrà una «significativa riduzione dei compensi agli amministratori in coerenza con la politica di rigore adottata da tempo dalla Fondazione e dalle sue partecipate». In conclusione, Mancini ha assicurato che «La Fondazione, vista anche la sua maggior concentrazione nella Banca rispetto al passato, vigilerà con particolare attenzione sul recepimento dei succitati punti nel nuovo Piano, oltre che sulla loro attuazione puntuale e completa nel tempo».
Profumo rinuncia al suo compenso Lo aveva anticipato questa mattina Il Corriere di Siena dalle sue colonne: Profumo rinuncia al compenso da presidente. Poi nel pomeriggio la voce è rimbalzata anche in palazzo Pubblico e il sindaco Ceccuzzi non ha perso tempo di riprenderla: «Un segnale forte, che conferma che il suo impegno alla guida della Banca è carico di motivazioni giuste per la sfida che lo attende e ci attende». Profumo, infatti, si sarebbe detto pronto a rinunciare allo stipendio nel corso di un incontro con i deputati della Fondazione.
L'assemblea dei soci Il presidente uscente Giuseppe Mussari aveva dichiarato aperta l'assemblea ordinaria dei soci alle ore 09.30. Gli azionisti presenti sono 163 pari a un capitale del 63,15%. Ad oggi la Fondazione Mps detiene il 36,3%, la società Finamonte (famiglia Aleotti) il 4%, Axa il 3,7%, Unicoop il 2,73%, Jp Morgan il 2,53%. Gorgoni (in rappresentanza di altri 58 soci della ex banca del Salento) complessivamente poco meno l'1,5% diviso in tre 'pacchetti' mentre la Time Life del finanziere Raffaele Mincione l'1,01%.